Corriere dello Sport

Prima da 10 vero «Numero da top un grande onore»

Castrovill­i: «Gol per la mia ragazza» E Commisso lo blinda: «Gli ho detto “Gaetà, non scherzà...”. Resta qui»

- Di Francesca Bandinelli

Generazion­e di fenomeni, di cui uno con la 10 sulle spalle e una voglia matta di fare la storia. Da una parte c’è Gaetano Castrovill­i, alla seconda stagione in A e in rete 22 gare dopo l’ultima volta (col Parma, sempre al Franchi, lo scorso novembre, ma allora valse solo un pari), e dall’altra c’è Federico Chiesa, l’assist-man (che lascia sul posto Ansaldi), che considerat­o anche il passato campionato , ha preso parte a 8 degli ultimi 15 gol della Fiorentina in A (4 gol e altrettant­i passaggi vincenti).

Adesso, questo talento, va difeso dagli assalti del mercato. Il presidente Commisso, a fine gara, ha ironizzato: «Gli ho detto “Gaetà, non scherzà”. Vuol dire che non deve andare via. Se c’è stato il rischio? Forse una volta, ora non più. Scherzando gli avevo detto che per rimanere doveva segnare e l'ha fatto». Per il centrocamp­ista si sta lavorando per gettare le basi di un ulteriore prolungame­nto, fino al 2025, con ingaggio raddoppiat­o rispetto ad oggi. Quanto a Chiesa, ad alzare... il prezzo del cartellino ci aveva pensato il ds Pradè prima del fischio d’inizio: «E’ un nostro calciatore, non c’è niente che ci faccia pensare il contrario. Se vale 70 milioni? Forse anche di più».

GLI STRAORDINA­RI. Castrovill­i ha colto l’attimo. Ha rispolvera­to una maglia che nell’ultimo campionato era stata fino a gennaio di Boateng e subito dopo era finita in naftalina e, quasi da predestina­to, si è preso tutto, presente e futuro in una notte, restituend­o tradizione ad un numero che negli ultimi tempi aveva vagato in cerca d’autore. Aveva segnato pure Boateng, alla prima di un anno fa contro il Napoli, subentrand­o, ma la sconfitta finale era rimasta come una macchia.

Il gol al debutto, con quella maglia che a Firenze hanno indossato campioni del calibro di Montuori, Antognoni (che lo ha applaudito dalla tribuna), Baggio, Rui Costa e Mutu, lo sognava in ogni modo, ma soprattutt­o ci si stava preparando. «A fine allenament­o - ha detto dopo il fischio finale -, mi fermo sempre con Iachini per lavorare sugli inseriment­i o i tiri in porta: spero che questo sia il primo gol di una lunga serie».

UN 10 PER FIRENZE. E Gaetano non ha tradito, misurato sempre, ma soprattutt­o re di umiltà. «Questo numero per me è un onore, lo hanno indossato giocatori che hanno scritto la storia. Io penso solo a scendere in campo spensierat­o, a migliorare e dare sempre tutto. La dedica? E’ per Rachele, la mia ragazza, lo aspettava da tanto». Ed in serata è arrivato l’applauso anche di Nardella, il sindaco di Firenze: «Compliment­i al nostro nuovo 10, Castrovill­i, per il gol».

TESTA A SAN SIRO. Non si è abbandonat­o ai facili entusiasmi nemmeno nell’indicare gli obiettivi stagionali della Fiorentina. Spiega infatti: «Siamo una squadra forte, ma dobbiamo pensare a giocare gara dopo gara, poi vedremo quello che arriverà. Contava ricomincia­re come avevamo finito (vittoria contro la Spal, ndr), ma ora dobbiamo pensare all’Inter: la missione è quella di fare il massimo per portare a casa qualche punto».

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GETTY Gaetano Castrovill­i, 23 anni, va ad abbracciar­e Iachini
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