Prima da 10 vero «Numero da top un grande onore»
Castrovilli: «Gol per la mia ragazza» E Commisso lo blinda: «Gli ho detto “Gaetà, non scherzà...”. Resta qui»
Generazione di fenomeni, di cui uno con la 10 sulle spalle e una voglia matta di fare la storia. Da una parte c’è Gaetano Castrovilli, alla seconda stagione in A e in rete 22 gare dopo l’ultima volta (col Parma, sempre al Franchi, lo scorso novembre, ma allora valse solo un pari), e dall’altra c’è Federico Chiesa, l’assist-man (che lascia sul posto Ansaldi), che considerato anche il passato campionato , ha preso parte a 8 degli ultimi 15 gol della Fiorentina in A (4 gol e altrettanti passaggi vincenti).
Adesso, questo talento, va difeso dagli assalti del mercato. Il presidente Commisso, a fine gara, ha ironizzato: «Gli ho detto “Gaetà, non scherzà”. Vuol dire che non deve andare via. Se c’è stato il rischio? Forse una volta, ora non più. Scherzando gli avevo detto che per rimanere doveva segnare e l'ha fatto». Per il centrocampista si sta lavorando per gettare le basi di un ulteriore prolungamento, fino al 2025, con ingaggio raddoppiato rispetto ad oggi. Quanto a Chiesa, ad alzare... il prezzo del cartellino ci aveva pensato il ds Pradè prima del fischio d’inizio: «E’ un nostro calciatore, non c’è niente che ci faccia pensare il contrario. Se vale 70 milioni? Forse anche di più».
GLI STRAORDINARI. Castrovilli ha colto l’attimo. Ha rispolverato una maglia che nell’ultimo campionato era stata fino a gennaio di Boateng e subito dopo era finita in naftalina e, quasi da predestinato, si è preso tutto, presente e futuro in una notte, restituendo tradizione ad un numero che negli ultimi tempi aveva vagato in cerca d’autore. Aveva segnato pure Boateng, alla prima di un anno fa contro il Napoli, subentrando, ma la sconfitta finale era rimasta come una macchia.
Il gol al debutto, con quella maglia che a Firenze hanno indossato campioni del calibro di Montuori, Antognoni (che lo ha applaudito dalla tribuna), Baggio, Rui Costa e Mutu, lo sognava in ogni modo, ma soprattutto ci si stava preparando. «A fine allenamento - ha detto dopo il fischio finale -, mi fermo sempre con Iachini per lavorare sugli inserimenti o i tiri in porta: spero che questo sia il primo gol di una lunga serie».
UN 10 PER FIRENZE. E Gaetano non ha tradito, misurato sempre, ma soprattutto re di umiltà. «Questo numero per me è un onore, lo hanno indossato giocatori che hanno scritto la storia. Io penso solo a scendere in campo spensierato, a migliorare e dare sempre tutto. La dedica? E’ per Rachele, la mia ragazza, lo aspettava da tanto». Ed in serata è arrivato l’applauso anche di Nardella, il sindaco di Firenze: «Complimenti al nostro nuovo 10, Castrovilli, per il gol».
TESTA A SAN SIRO. Non si è abbandonato ai facili entusiasmi nemmeno nell’indicare gli obiettivi stagionali della Fiorentina. Spiega infatti: «Siamo una squadra forte, ma dobbiamo pensare a giocare gara dopo gara, poi vedremo quello che arriverà. Contava ricominciare come avevamo finito (vittoria contro la Spal, ndr), ma ora dobbiamo pensare all’Inter: la missione è quella di fare il massimo per portare a casa qualche punto».