I NOSTRI CAMPIONI ANCHE NELLA VITA
Nato nel 2013, il progetto Talenti Azzurri ha generato numerosi successi Copioli, presidente federale: «Supportiamo 70 ragazzi, ogni loro podio ci rende orgogliosi»
Domenica scorsa a Misano Franco Morbidelli ha sorpreso il mondo conquistando la sua prima vittoria in un Gran Premio di MotoGP. Oggi è un pilota della VR46 Riders Academy ma oltre a Valentino Rossi, a scoprire il talento di “Morbido” è stata anche la Federazione Motociclistica Italiana. Il trionfatore del GP San Marino e della Riviera di Rimini, infatti, è cresciuto fra i ranghi dei “Talenti Azzurri”, il progetto di FederMoto nato nel 2013 per accompagnare nella loro crescita i giovani italiani impegnati in tutte le discipline motociclistiche: dalla Velocità all’Enduro, dal Motocross al Trial. «Iniziamo a seguire i piloti fin da piccoli, quando hanno 6-7 anni, per fargli compiere un percorso con i “Talenti Azzurri”. Anche Morbidelli, nel 2013 ha vinto l’Europeo Superstock con i colori della Federazione, e come lui sono cresciuti con noi piloti come Francesco Bagnaia, Lorenzo Dalla Porta, Luca Marini, Dennis Foggia e lo stesso Andrea Locatelli, che sta per diventare campione del Mondo della Sue persport, soltanto per fare qualche nome» ci dice il presidente della FederMoto, l’avvocato Giovanni Copioli.
«Quest’anno abbiamo oltre 70 ‘Talenti Azzurri”, l’anno scorso ne abbiamo avuti 90: sarebbe ingeneroso fare soltanto qualche nome.
Sono ragazzi di tutte le discipline che seguiamo sia dal punto di vista tecnico, con stage durante l’anno ma anche con un investimento di oltre 500.000 Euro in borse di studio su tutte le discipline, per farli crescere. Quando li vediamo sul podio, noi siamo dietro le quinte in silenzio, ma siamo sempre orgogliosissimi di loro». «Credo che l’importante sia la sinergia che abbiamo con tutti i team impegnati nel Motomondiale: molte squadre sono italiane, noi segnaliamo i ragazzi che meritano, e i team come quelli di Valentino Rossi e Sky, di Fausto Gresini e di Paolo Simoncelli attingono per farli crescere. Insomma, noi cerchiamo di spingerli: se adesso abbiamo più di 20 piloti italiani nel Motomondiale, è anche perché comunque una parte, almeno iniziale, la Federazione ha cercato di farla. Le doti tecniche, le capacità di guida devono essere innate, perché un campione non si può creare a tavolino, deve avere qualcosa dentro di sé che nessuno può insegnargli. Ma tante cose cerchiamo di inculcargliele, compreso il rispetto per gli altri, la condotta morale che è fondamentale. Infatti, sono tutti bravissimi ragazzi. Quando siamo andati in visita con Carmelo Ezpeleta (il CEO di Dorna, nde) dal Papa, lui disse che campioni si è in pista ma campioni lo si è anche nella vita. Permettetemi di dire che i nostri piloti sono campioni anche nella vita».