Corriere dello Sport

Djokovic nervoso e vincente «Roma mi ama»

Nole batte in tre set Koepfer «Ma romperò altre racchette, sto lavorando sull’aspetto mentale»

- Di Christian Marchetti

Nole (Djokovic) sull’orlo di una crisi di nervi. Di questi tempi non è una novità. Stavolta c’è una partita contro Koepfer che è il festival dei blackout, ma anche una racchetta fracassata. Shapo (Shapovalov), invece, è all’ultimo respiro. Perché per correre come lui serve almeno un’altra coppia di polmoni. In un’ideale corsa sui 100 metri, sul traguardo vede comunque la top 10 del ranking mondiale.

QUI DJOKOVIC. Non parte male il numero 1 del mondo. Anzi. Un battito di ciglia ed è già 4-0. Poi Koepfer riesce a limitare i danni fino al 6-3 del serbo. Il secondo set è regalato al tedesco. In mezzo una racchetta fracassata, che «non è la prima né sarà l’ultima che spaccherò nella mia carriera. Sto lavorando sull’aspetto mentale».

Arriviamo al terzo set, dove il povero Dominik esce con le gambe rotte da quel terzo gioco che invece fa crescere Nole fino al traguardo (6-3, 4-6, 6-3). E, per quest’ultimo, strada spianata per la settima semifinale a Roma, a sua volta frutto del quattordic­esimo quarto di finale consecutiv­o sotto i marmi.

«Credo di avere un feeling speciale con i romani. E non mi riferisco soltanto a quelli sugli spalti. Tolte Serbia e Cina, qui trovo tanto calore e sono riconoscen­te per come riescono a farmi sentire le persone».

Partita strana però secondo gli standard di Nole. A margine persino un «Gioco Federer» del giudice di sedia scambiando (blasfemo!) Koepfer per King Roger. Poco importa: fanno 29 vittorie (e mezzo?) del serbo su 30. E la semifinale contro Ruud? Djokovic parla di un osso duro sulla terra, «la preparerò bene».

QUI SHAPOVALOV. A vedere andare Denis così veloce, viene quasi da pensare che abbia impegni per la serata. Che diventano impellenti quando utilizza il rovescio. Rovescio mancino e a una mano, farina del diavolo. Il solito Shapo, insomma. Dimitrov fa quel che può: cede il primo set 6-2 e corre. E, quando prova a tornare, dall’altra parte trova una difesa efficace. Eppure vince il secondo set, colpa anche della frenesia di Shapovalov. Ma il terzo è un monologo del canadese. Un dinamico, insostenib­ile, monologo: 3-0 e ancora 5-2 che diventa 6-2.

Nelle due precedenti apparizion­i a Roma, Denis era uscito per mano di Nadal agli ottavi nel 2018 e di Djokovic al secondo turno nel 2019. Ora, invece, ecco pronta la quinta semifinale di un Masters 1000 (non ha mai perso ai quarti), la prima a Roma per il 21enne canadese, di nascita israeliana e residenza bahamense. Denis parla del successo contro il bulgaro, che poi è il numero 100 in totale, come di «un grande passo avanti per la mia carriera» e di questo ringrazia tutti, compreso il suo psicologo «che mi ha aiutato tanto, anche per il mio gioco». Altro aiuto, l’esperienza in doppio con un luminare nel settore come Rohan Bopanna: «Ottimo mentore, oltre che ottimo amico. Con lui ho migliorato sia in doppio che in singolare». Rinascere a 21 anni, insomma. Limiti? Al momento pochi.

«Anche senza il pubblico qui sento sempre un grande calore»

 ?? GETTY IMAGES ?? Novak Djokovic, 33 anni, numero uno del mondo
GETTY IMAGES Novak Djokovic, 33 anni, numero uno del mondo

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy