Corriere dello Sport

Calcio e Regioni si ribellano e il governo apre gli stadi

Vertice con i governator­i: subito mille spettatori e dall’8 ottobre il 30% della capienza. Juve pronta. La Lega attacca Spadafora

- di Giorgio Marota

È terminato il lockdown dei popolo – al di termine duelli dei sentimenti. per purtroppo, tifosi. una rusticani, di due parte Ma giornate Non quella e polemiche, del nemmeno per grande di dense tutti, ieri passi inquadrata in avanti come e retromarce una svolta – decisiva va mille verso spettatori il ritorno possono alla normalità: entrare già da oggi negli stadi della Serie A, tutti distanziat­i di almeno un metro, con mascherina e dopo essersi sottoposti alla misurazion­e della temperatur­a. Il governo ieri sera ha dato il “via libera” per arginare le fughe in avanti di chi stava autorizzan­do la riapertura senza un coordiname­nto nazionale (Emilia Romagna, Veneto e Lombardia). Non uscirà alcun documento da Palazzo Chigi: si andrà avanti a colpi di ordinanze regionali, ma stavolta c'è il benestare dell'Esecutivo.

SCENARI. Nessun club metterà in vendita i 1000 biglietti per le partite di oggi (bisognereb­be attrezzare in tempi record anche il complesso apparato della sicurezza…), quasi tutti doneranno i tagliandi a sponsor e amici. I presidenti continuano a chiedersi perché si è arrivati a dama proprio durante il weekend in cui ricomincia il campionato (e non prima, dato che la riunione del Cts c’è stata martedì), creando problemi non risolvibil­i in 24 ore. Finché

non scadrà l’attuale dpcm (7 ottobre) questo è lo scenario, con Serie B e Serie C che dovrebbero ricevere l'ok nei prossimi giorni. Il presidente della Figc, Gravina, ha comunque lanciato l'allarme: «L'apertura degli stadi è una bella notizia, ma il fatto che il via libera sia arrivato solo per la Serie A mi lascia perplesso. I protocolli di sicurezza sono i medesimi in tutte e tre le serie profession­istiche, quindi ci deve essere lo stesso trattament­o». E la Lega di B, che definito la decisione adottata “irrazional­e” in un comunicato ha auspicato che «ci possa essere al più presto da parte del governo una decisione uniforme, i protocolli di sicurezza sono i medesimi per tutti campionati profession­istici e la B ha un valore sociale ed economico fondamenta­le».

OTTOBRE. Il nuovo decreto del premier, dal giorno 8, toglierà i lucchetti da tutti gli impianti consentend­o alle società di ripopolarl­i al 30% della loro capienza. «Per non fare disparità tra le squadre, ho chiesto che questa decisione venisse estesa a tutto il territorio nazionale» ha confermato il ministro Spadafora in serata. Ai vertici del pallone non era piaciuto il tira e molla di venerdì, quando il titolare del dicastero aveva dato l’ok ai mille spettatori «per tutte le competizio­ni all’aperto» prima di compiere un passo indietro e concedere la deroga solamente agli Internazio­nali di tennis sotto la pressione dal Comitato tecnico scientific­o. Le regioni hanno rotto il fronte, aprendo la battaglia politica (Lombardia e Veneto sono governate dalla Lega) che ha costretto l’Esecutivo a convocare d’urgenza una conferenza stato-regioni (decisiva per la svolta) alla presenza dei ministri Spadafora, Boccia e Speranza.

DAL PINO E SPADAFORA. Ieri mattina il presidente della Serie A, Paolo Dal Pino, si era sfogato in un'intervista a Radio Deejay: «Meritiamo rispetto. A luglio abbiamo fatto uno studio di 300 pagine su come riaprire gli stadi in sicurezza, nessuno ci ha mai chiamato nemmeno per affrontare questo discorso. Con il nostro ministero dello sport il dialogo non è quello che dovrebbe essere. Questa è un’industria che se non ha attenzione rischia di andare in grandissim­a difficoltà e mettere in pericolo molti posti di lavoro». Con l'occasione, il numero uno di via Rosellini ha toccato altri argomenti: «Sulla riforma dello sport non siamo stati sentiti. Abbiamo una serie di appunti che siamo pronti a tirare fuori. Per quanto riguarda il bando per i diritti dico: vogliamo trasformar­e la Serie A in una media company attraverso un progetto che farebbe entrare in Italia 1,5 miliardi. I playoff? Lavoriamo a delle ipotesi nel caso non si riesca a completare la stagione». La risposta del ministro non si era fatta attendere: «L’attenzione è stata costante, le soluzioni trovate per portare a termine lo scorso campionato e iniziare nei tempi quello che comincia oggi sono state condivise. L'audizione di lunedì scorso al Comitato tecnico scientific­o ha avuto come oggetto anche i protocolli per l'alleggerim­ento della frequenza dei tamponi». Sui test molecolari per i componenti del gruppo-squadra si passerà da uno ogni 4 giorni a uno ogni 8, accontenta­ndo la richiesta della Federazion­e che li considera troppo invasivi per gli atleti e troppo costosi per i club. Ma il calcio, anche quando vince, lascia il campo di battaglia con una spiacevole sensazione: per farsi ascoltare sui tavoli istituzion­ali deve sempre e solo urlare.

Spadafora replica: «L’attenzione è sempre costante, soluzioni condivise»

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ANSA Paolo Dal Pino, presidente della Lega di Serie A e a destra Vincenzo Spadafora, ministro dello Sport

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