Sorpasso giallo il Tour a Pogacar
Straordinaria impresa dello sloveno che domina la cronometro e si prende la maglia gialla Oggi trionferà a Parigi a 22 anni: per trovare un vincitore così giovane bisogna andare al 1904!
Duello sloveno con ribaltone: nella cronoscalata battuto il favorito Roglic. Oggi a Parigi
Quando Primoz Roglic arriva è già tardi, troppo tardi. Il principino fenomeno l’ha spodestato, gli ha dato quasi due minuti arrampicandosi come un ossesso verso La Planche des Belles Filles. Il Tour de France è di Tadej Pogacar. Il re detronizzato, che non era mai andato in difficoltà in tre settimane, ha incassato la debacle più dura proprio sul più bello, alla vigilia della passerella parigina. Roglic arriva stravolto, quasi incredulo, avanza come può, ma sa già che l’occasione più grande gli è appena sfuggita dalle mani. Pedala scomposto, con il busto tutto in avanti e la schiuma alla bocca. Il casco è sbilenco, è vestito di giallo fino all’ultimo dettaglio però quel trono non gli appartiene più, il re è nudo senza la sua armata che l’ha scortato in massa dall’inizio fino alla vigilia della disfatta.
Su un Tour di 3470 chilometri, tutta la differenza del mondo l’hanno fatta i 36 del penultimo giorno, dominati dal talento raffinato di un prodigio sloveno che proprio domani compie 22 anni e già l’anno scorso, alla prima stagione da professionista, era arrivato terzo alla Vuelta vincendo altrettante tappe. Pogacar in Francia si è spinto oltre, ha toccato il cielo conquistando altre tre frazioni e portandosi a casa la maglia bianca di miglior giovane, la maglia a pois di miglior scalatore e soprattutto la maglia gialla di leader indiscusso: per trovare un vincitore della Grande Boucle più giovane bisogna tornare addirittura al 1904, ai 19 anni di Henri Cornet.
Il campioncino venuto da Komenda è il simbolo incontrastato di quest’edizione, ha perso quasi un minuto e mezzo nella tappa dei ventagli verso Lavaur, ma è stato colui che ha attaccato di più, che ha provato a infiammare la corsa sulle Alpi e non solo, pur non avendo una squadra a dargli il minimo sostegno. Nella tappa più dura, con il Col de la Loze, ha limitato i danni, prima della cronometro aveva 57 secondi da recuperare, ma ha finito per prendersi il primo posto della generale con un minuto di vantaggio.
Dopo il traguardo Roglic è andato a cercare Pogacar per un abbraccio, per un passaggio di consegne che ha mandato in visibilio l’intera Slovenia e terremotato tutto il Tour, che non assisteva a uno scossone simile dal 1989 quando la crono da Versailles a Parigi incoronò Greg Lemond, per soli otto secondi, ai danni di Laurent Fignon.
«Ero venuto per partecipare e ho vinto, non so davvero cosa dire - ha dichiarato incredulo Pogacar, primo esordiente a trionfare al Tour dopo Fignon nel 1983 Mi scoppia la testa, pedalavo e riconoscevo ogni angolo, ogni curva del percorso perché durante la ricognizione l’avevo memorizzato. Ho pensato solo a spingere, in salita c’erano tanti tifosi e non sentivo la radio dall’ammiraglia. Per Parigi avevamo preparato una bici tutta bianca, come miglior giovane, ma ora dovremo cambiare tutto e mi sembra un sogno».
Dopo la tappa lo squadrone della Jumbo-Visma era listato a lutto, Van Aert è stato tra i pochi a presentarsi davanti ai microfoni: «Tutti gli sforzi sono andati in frantumi. Mi ha fatto male vedere Roglic così in difficoltà, non era lui e non l’avevo mai visto pedalare in quel modo. Pogacar è stato devastante, basti pensare che ha dato più di un minuto a uno specialista come Dumoulin».
Ribaltone anche per le altre posizioni, con il terzo posto finito nelle mani di Porte ai danni di Lopez, e il lampo azzurro del solito Damiano Caruso, riuscito nell’impresa di inserirsi tra i primi dieci della generale con il sorpasso su Valverde reso possibile da una crono encomiabile, chiusa al settimo posto. Ha abdicato anche Peter Sagan, che dopo aver vinto per ben sette volte la maglia verde ha dovuto cedere il passo all’irlandese Sam Bennett. Oggi 122 km praticamente piatti in direzione Parigi, con strada spianata per i velocisti e incoronazione del prodigio sloveno. Nuovo sovrano di Francia.
«Dovevo partecipare invece ho vinto...» Roglic incredulo al traguardo