Castrovilli che battesimo con il 10 viola
Al Franchi finale da brividi: Giampaolo e i suoi vanno ko, la prima gara del campionato se la prende la Fiorentina Il Torino riesce a resistere a lungo ma a 12’ dalla fine c’è la svolta, l’esterno trova lo sprint giusto e l’assist perfetto per Castrovilli
Segna il gol decisivo (1-0) contro il Toro con la maglia di Antognoni che da gennaio non aveva più padrone «Onorato e anche felice»
Solo uno a zero perché in porta c’era Sirigu, sennò finiva peggio per il Toro. La Fiorentina l’ha dominato sul piano fisico, atletico e tecnico nel secondo tempo, ma già nel primo avrebbe meritato di chiudere in vantaggio. Può essere un bel segnale, per Iachini, che il gol sia arrivato dall’intesa della coppia di giovani di talento, il cross-assist di Chiesa e il guizzo sul secondo palo di Castrovilli. In quel secondo tempo, la Fiorentina è stata più che convincente, ha alzato il ritmo, spinto indietro i granata, creato gioco e occasioni. Ecco, semmai è in attacco (ma il problema è noto...) che la squadra di
Iachini deve migliorare diventando più cattiva: Kouame c’era sempre, ma non sempre nel modo giusto.
IL POSSESSO. Nei primi 45' si è visto nel Toro una maggiore predisposizione al possesso e alla circolazione della palla rispetto al passato, ma era ancora lontano dal calcio di Giamapolo e soprattutto per quel calcio avrebbe bisogno di altri interpreti. Se è Rincon a impostare, raramente l’azione parte per il verso giusto. La rivoluzione tattica del nuovo allenatore richiede tempo. I granata sono stati davvero pericolosi una sola volta con Berenguer (paratona di Dragowski) e quando nella ripresa la Fiorentina ha cominciato a pressare forte, avanzando la sua linea di gioco, la squadra di Giampaolo non è stata più capace di sottrarsi a quella pressione. Rispetto al Torino, i viola si conoscono, hanno bisogno di migliorare la condizione, di rendere più rapido il passo rapido, di aumentare intensità, ma i movimenti ormai sono noti e questa consapevolezza ha sostenuto la squadra nella ripresa. Tolto Bonaventura e Biraghi (per il quale era comunque un ritorno), in campo c’era la stessa Fiorentina del campionato scorso. Iachini l’aveva impostata col solito 3-52, con Chiesa a tutta fascia, con l’idea di far inserire Castrovilli e Bonaventura. Ma il nuovo numero 10 viola stava iniziando male la sua stagione, troppo anonimo, impalpabile, lontanissimo dalla migliore versione di se stesso. Il gol darà un altro colore alla sua prestazione.
OK A SINISTRA. Delle tre occasioni della Fiorentina dei primi 45', due sono arrivate dalla fascia sinistra con i cross di Biraghi. Aveva lasciato Firenze
senza rimpianti, ma la stagione nell’Inter gli ha dato una convinzione diversa e, a quanto si è visto ieri, lo ha migliorato anche tecnicamente. Sulla testa di Kouame sono finiti i palloni di Biraghi e di Caceres e sono state tre occasioni da gol, sventate da due miracoli di Sirigu (quella di fine primo tempo è stata una parata pazzesca) e una sciupata dal centravanti viola. Su quella fascia, il Toro ha barcollato dall’inizio alla fine: ci giocavano in tandem, con una bella intesa, Biraghi e Ribery, ai quali Izzo doveva provvedere (avrebbe dovuto provvedere...) da solo: missione impossibile. Non è un caso che anche il gol di Castrovilli sia arrivato in quel settore, scoperto dallo stesso Izzo.
IL FURORE DI BELOTTI. In assenza di un regista di ruolo come Pulgar e privo anche di Amrabat, la posizione centrale era toccata a Duncan su cui Giampaolo ha spedito Berenguer. Bonaventura era dalla parte di Linetty che, quando è entrato nella manovra
lo ha fatto bene, dando qualità al gioco del Toro, prima di sparire dalla scena. Era complicato per la difesa viola il controllo di quella furia di Belotti che al 45' aveva già fatto ammonire Milenkovic e Ceccherini, due centrali su tre. A Belotti mancava il sostegno di Zaza e anche i rifornimenti dagli esterni perché Izzo, spostato provvisoriamente a destra, non poteva proprio staccarsi dalla linea difensiva e anche Ansaldi doveva preoccuparsi di Chiesa.