Spinazzola c’è Veretout a metà Lampi di Pedro
Cristante ce la mette tutta A Pellegrini manca concretezza
ROMA Mirante 6,5
La sua promozione è una sentenza: Pau Lopez non è più il portiere titolare della Roma. Si gode la fortuna di fine primo tempo, quando scalcia sulla traversa un tiro di Tameze, perché la parata non era affatto facile. Nel finale è graziato dalla sorte con il doppio legno di Dimarco: non era piazzato nel posto giusto per disinnescare il lob.
Mancini 6
Dalle sue parti i problemi nascono soprattutto negli ultimi minuti. Ma le sue colpe sono limitate.
Cristante 6
Di nuovo utilizzato nella posizione di regista difensivo, mostra una maggiore confidenza rispetto ai test precampionato e si rivela decisivo quando allontana di testa un pallone arroventato con Mirante a terra. Sul suo conto però anche una corta respinta che poteva provocare guai.
Ibañez 5,5
Alterna momenti di interessante solidità ad altri di sbadataggine giovanile. Il movimento che libera Faraoni e Tameze davanti a Mirante è un errore di concetto gravissimo. Per sua fortuna la Roma si salva. Anche nel secondo tempo fatica troppo.
Karsdorp 6,5
Vecchio amore di Monchi, ha rifiutato ogni offerta per giocarsi le sue possibilità in questa squadra. Beh per quanto si è visto in questa strana estate, Verona inclusa, merita la fiducia che gli ha concesso Fonseca. Piace soprattutto nell’affidabilità. Ma esce per infortunio. Se il fisico lo sostiene, potrà essere una bella sorpresa per la Roma: specialmente in una difesa a tre/cinque.
Santon (27’ st) sv
Diawara 5,5
Palpeggia la partita, giocando sotto ritmo. Forse il campo irregolare danneggia lui più di altri. La sostituzione con Villar, segnalato in crescita, andava fatta prima. Però recupera 10 palloni.
Villar (44’ st) sv
Veretout 6
Alla centesima in A, si rivela inafferrabile quando si butta dietro alle linee avversarie. Va invece po’ in affanno contro i morsi del pressing veronese. Ad ogni modo è impossibile rinunciare a un giocatore così.
Spinazzola 7
Picchietta il Verona con una carica vigorosa: nel primo tempo è il giocatore che nella partita tocca più palloni (44). Nel secondo, la sua spinta cala di intensità. Eppure la traversa finale sarebbe stata un giusto premio per una partita piena di cose. Nel mezzo, comunque, vanno registrate anche le sofferenze difensive perché quando Faraoni accelera è dura.
Pedro 6
L’alba di un acquisto azzeccato. Non aveva giocato nemmeno un minuto nelle amichevoli. Ma Fonseca ne aveva studiato con cura il debutto, evitando potenziali rischi per la spalla infortunata. Il risultato è incoraggiante: finché la condizione lo sorregge, fa valere la grande qualità di cui dispone. In certi momenti lo guardi e dici: ma davvero l’ha preso la Roma a parametro zero? Peccato che non prenda la porta nel momento buono e che scompaia dalla scena dopo l’intervallo. Come era prevedibile, visto il periodo.
Pellegrini 6
la fascia al braccio, che diventerà definitiva dopo l’addio di Dzeko, pizzica il pallone con grazia incrociando i gusti nobili di Pedro e Mkhitaryan. A volte dovrebbe abbandonare il garbo per essere più concreto in zona-gol.
Kluivert (34’ st) Mkhitaryan sv 5,5
Spaventa il Verona, a cui lascia pochi punti di riferimento, nell’obbligata posizione di centravanti. Solo che si mangia almeno un paio di gol. E si spegne nel secondo tempo.
Fonseca (all.) 5,5
Sotto gli occhi dei Friedkin, comincia con un mezzo passo falso. Dopo una giornata piena di incertezze decide di rinunciare a Dzeko senza abbandonare la difesa a tre. Nel primo tempo la scelta sembra funzionale, perché i tre davanti mettono in difficoltà il Verona. Soprattutto Pedro è un valore aggiunto per la fluidità del palleggio. Dopo il riposo però la Roma esce di scena, stritolata dall’aggressività del Verona, senza che dalla panchina si intervenga per cambiare l’aria: il pareggio a conti fatti è il risultato più giusto.