INDAGA ANCHE LA FIGC GLI ATTI IN PROCURA
Il Procuratore federale Chiné ha chiesto le carte a Perugia e ha aperto un fascicolo sul caso Suarez Gravina: «Fiducia nella nostra giustizia sportiva»
La vicenda legata all’esame di italiano sostenuto dal giocatore uruguaiano a Perugia è finita sul tavolo degli 007 della Federazione
L’esame di Luis Suarez finito sotto inchiesta della Procura della Repubblica di Perugia ha interessato anche la Procura federale della Federcalcio. E così, mentre ieri il giocatore salutava in lacrime il Barcellona (prossima destinazioone, Atletico), a Roma il procuratore della federcalcio, Giuseppe Chinè, apriva un fascicolo sulla vicenda, al momento solo con «sommarie informazioni» (di solito, ricavate dalle notizie di stampa). Insomma, il primo passo è come al solito praticamente un «atto dovuto», oltre che doveroso. Il procuratore federale ha giustamente iniziato l’inchiesta, perché un caso così può nascondere mille rivoli ed è giusto non farsi trovare impreparati. Così, ecco che gli 007 federali hanno cominciato la loro indagine, assolutamente alle prime mosse. La prossima sarà quella di ricevere gli atti della Procura di Perugia, alla quale il procuratore federale Giuseppe Chinè s’è già rivolto. Il faldone arriverà non appena a Perugia avranno messo la parola fine a questa vicenda, nella quale gli indagati non sono “tesserati Figc” e, dunque, esclusi dalla competenza degli 007 di via Campania. Fra l’altro, al momento, l’unico che ha a che fare con il mondo del calcio è proprio il calciatore uruguaiano, Luis Suarez, che non è però fra le persone messe sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti di Perugia.
EVENIENZA. Per questo l’apertura dell’inchiesta federale ha creato, sulle prime, qualche riflessione e qualche domanda. Perché Suarez non potrebbe subire un processo sportivo in Italia, visto che è tesserato in Spagna. Al massimo, qualora la Procura federale dovesse riscontrare delle irregolarità da parte sua, potrebbe tutt’al più - attraverso la Figc - trasmettere le proprie risultanze alla Fifa. Ma siamo solo ed esclusivamente alla teoria, al momento non ci sono neanche voci e ipotesi di un suo coinvolgimento. Giuseppe Chiné, che della Procura federale fa parte dal 2014, magistrato nel Consiglio di Stato, ha però richiesto gli atti per capire se ci sia il coinvolgimento di qualche tesserato “italiano”, che magari non rientra fra gli interessi della Procura di Perugia (quanti reati punibili per la giustizia sportiva ci sono che non sono rilevanti per l’ordinamento giuridico italiano...). Dovrà accertare se siano stati violati, ad esempio, i principi di lealtà, correttezza e probità che sono alla base della giustizia sportiva e, nel caso, chi li ha violati. Una vicenda, quella che riguarda la Procura federale, ancora tutta da scrivere (se verrà scritta).
LASCIATELI LAVORARE. Una vicenda sulla quale è intervenuto anche il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina. Il numero uno di via Allegri, fra una battuta e una riflessione seria, ha dato fiducia al lavoro della Procura: «Credo che si stia esagerando... Lasciamo lavorare la Procura Federale, credo che non ci siano dubbi sul fatto che si debba avere fiducia nel corso della nostra giustizia sportiva. Se ci saranno presupposti fondati, la Procura li approfondirà». Al momento, prima di avere le carte in mano, ipotesi che in via Allegri ritengono difficile.
INDAGINE. Quando arriveranno gli atti dalla procura di Perugia, anche quella federale si metterà al lavoro per studiare le carte e capire se ci siano i presupposti per muoversi. Non c’è alcun tesserato e neanche alcuna società italiana coinvolti. Qualcuno aveva ipotizzato il coinvolgimento del legale della Juventus, l’avvocato Maria Turco, dello studio Chiappero di Torino, ascoltata in una intercettazione effettuata dagli uomini della Guardia di Finanza. Al momento, però, anche questa ipotesi non viene valutata in via Campania.
Il calcio vuole capire se possono esserci tesserati coinvolti nella vicenda