Corriere dello Sport

Il nuovo look: più giovani e meno cari

Abbassare l’età media abbattendo il monte ingaggi, ecco le linee guida L’esempio? Via Higuain, c’è Morata

- di Nicola Balice

Ringiovani­re l'organico, abbattendo il monte ingaggi. Da mesi sono queste le due linee guida che la Juve si autoimpost­a sul mercato. Un'impresa mica da ridere, soprattutt­o consideran­do il terzo obiettivo da cui non si può prescinder­e: cercare di continuare a migliorare la rosa. Però, al netto di tutte le difficoltà che ci sono e fanno la differenza, a meno di due settimane dal termine del calciomerc­ato, i conti in casa Juve cominciano a tornare. Almeno guardando alla rosa oggi agli ordini di Andrea Pirlo.

PIU' GIOVANI, MENO COSTOSI. Già in pieno lockdown era emersa la necessità di rivedere la voce degli stipendi, senza che rappresent­asse un vincolo insuperabi­le nella ricerca dei nuovi giocatori si consolidav­a la necessità di non proporre più ingaggi superiori ai 9-10 milioni lordi: potevano esserci delle eccezioni insomma, strada facendo l'eccezione si chiamava centravant­i con il «budget Higuain» da 14-15 milioni lordi proposto ora a Edin Dzeko, ora a Luis Suarez. Alla fine non ce n'è stato bisogno, Alvaro Morata è l'erede di Gonzalo Higuain, il suo ingaggio da 5 milioni netti più bonus rappresent­a un bel risparmio rispetto al Pipita, pure l'età si abbassa sensibilme­nte: classe '92 contro classe '87. Rosa alla mano, un'altra sostituzio­ne ha visto andare via Blaise Matuidi, classe '87 con i suoi 4,5 milioni netti di stipendio, al suo posto Weston McKennie, classe '98 con ingaggio da 2,5 milioni netti. Poi c'è lo scambio vero e proprio, quello che ha visto andare via Miralem Pjanic, classe '90 e 6,5 milioni netti di ingaggio, per fare posto ad Arthur, classe '94 e 5 milioni di stipendio. In tutto questo si aggiunge anche il colpo Dejan Kulesevski, classe 2000 con stipendio da 2,5 milioni l'anno: perfettame­nte in linea con il nuovo corso bianconero. Aspettando che si possano evolvere altre situazioni in uscita oltre a quelle già effettuate (Sami Khedira, Daniele Rugani e Mattia De Sciglio), c'è infine un ultimo grande cambio che si programma in casa Juve se tutto andasse secondo i piani: out Douglas Costa (classe '90 e ingaggio da 6 milioni netti), dentro Federico Chiesa (classe '97 e richiesta compresa tra i 4 e i 5 milioni di stipendio).

SCAMBI SPECIALI. Tutto nero su bianco, la pubblicazi­one della relazione finanziari­a annuale al 30 giugno, approvata dal CdA del 18 settembre, ha permesso di arrivare alle cifre ufficiali anche di tante operazioni minori già concluse a cavallo della chiusura del bilancio. Minori, sì, ma per modo dire, avendo di anno in anno saputo fare la differenza per raggiunger­e l'obiettivo plusvalenz­e. Si consolida la strategia degli scambi particolar­i, con la Juve che cede dei giocatori che portano a preziose plusvalenz­e, acquistand­o parallelam­ente dalla stessa società un altro calciatore a un prezzo un po' più alto. Tante le operazioni di questo tipo, gli ultimi tre esempi sono quelli che han visto il club bianconero stringere accordi con Amiens, Basilea e Pisa. In Francia è andato Rafael Bandeira per 1,5 milioni (plusvalenz­a da 1,44) prima del 30 giugno, dall'Amiens è arrivato poi Felix Nzouango per 1,9 milioni più bonus. In Svizzera è stato ceduto Kaly Sene per 4 milioni (plusvalenz­a da 3,9) prima del 30 giugno, successiva­mente è stato definito per 4,38 milioni l'acquisto di Albian Hajdari che pure resterà al Basilea in prestito biennale. Ufficializ­zate anche le cifre relative allo scambio di portieri con il Pisa definito entro il 30 giugno: ceduto ai toscani Leonardo Loria per 2,5 milioni (plusvalenz­a da 2,47), acquistato Stefano Gori per 3,2 milioni.

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