«ITALIA TRA LE FAVORITE? NO, PERÒ...»
Il ct Cassani: «Davanti a noi Spagna, Francia e Slovenia Ma correre in casa ci aiuterà»
Il boom all’Europeo di Plouay, poi tanti momenti difficili. Un azzurro con tonalità diverse, dallo straordinario lavoro di squadra per il successo continentale di Nizzolo alle incognite che adesso accompagnano l'Italia verso il Mondiale di Imola. In un mese c'è stato un Tour più che avido di soddisfazioni, la Tirreno-Adriatico in chiaroscuro di capitan Nibali, le pesanti defezioni che hanno escluso a priori due pedine importanti come Formolo e Ciccone.
Ma adesso è l'ora di resettare tutto: l'Italia iridata non si siede sul tetto del mondo addirittura dal 2008, quando Ballan fece un gran numero a Varese. Il gruppo di quest'anno è quasi fatto e la prima ricognizione di ieri sul circuito di Imola ha permesso al c.t. Davide Cassani di entrare nel vivo del suo settimo Mondiale da quando ha preso in mano la Nazionale nel 2014.
Cassani, siamo a quattro giorni dalla prova iridata su strada. Quest’Italia dobbiamo metterla tra i favoriti?
«No, per me le nazionali favorite si chiamano Spagna, Francia, Slovenia e Belgio. Però corriamo in casa, e questo può essere un fattore, uno stimolo in più. Sicuramente daremo l'anima e proveremo a sfruttare il fattore campo, anche se di solito in bicicletta non vale».
I risultati ottenuti al Tour non aiutano nemmeno un po' a far salire le quotazioni, non crede? «Lasciatemi dire che siamo stati anche sfortunati. Formolo era fondamentale e si è rotto la clavicola in Francia, mentre Ciccone ha dovuto vedersela con il virus. Spero di avere un Nibali al 100%, manca ancora qualche giorno e per domenica lo aspetto. Con Trentin ho parlato: molto onestamente abbiamo concordato che il percorso non era adatto alle sue caratteristiche. Gli uomini che ho sono questi e ce la giocheremo».
Può esserci una vera alternativa a Nibali?
«Le dinamiche di squadra restano all’interno del gruppo. Valuteremo e decideremo. Dopo che tutti i corridori avranno visto il percorso, l’avranno studiato a fondo, decideremo come correre e quali saranno i ruoli di tutti».
Chi sono i suoi indiziati principali per il successo?
«Il Belgio correrà tutto per Van Aert, è lui è l'uomo da battere. Al Tour è stato incredibile, era pronto e scattante su ogni terreno. Poi occhio ad Alaphilippe e alla Francia, mentre a livello di organici sono molto complete Spagna e soprattutto Slovenia con Mohoric, Roglic e Pogacar».
Ecco,Pogacar.Siaspettavaunsuo exploit di questo tipo e già al Tour di quest'anno? «L'avevo visto al Tour de l'Avenir due anni fa e seguito con attenzione alla Vuelta dell'anno scorso. Non mi ha sorpreso del tutto, è un talento vero, ma non pensavo potesse andare davvero così forte. Sabato scorso a cronometro è stato fenomenale, quel pomeriggio è stato da pelle d'oca. Ora deve realizzare e gestirsi bene; mi dicono abbia una testa straordinaria e che sia un ragazzo intelligente».
La condizione che aveva in Francia quanto può durare?
«Chi ha fatto classifica si riscoprirà direttamente domenica, dipende da quanto ha speso e se una settimana di riposo è congeniale alla propria condizione. Invece chi non ha fatto classifica può avere la gamba buona, tentare un'azione personale e per questo gente come Hirschi, Van Aert e Alaphilippe fanno molta paura a tutti».
Il circuito previsto dal percorso si adatta molto alle loro sparate. Conferma?
«Sì, le salite prevedono sforzi intensi, ma non lunghissimi, compresi tra i sei e gli otto minuti. Non è un Mondiale per scalatori puri, ma sarà piuttosto selettivo, senza dimenticare che sulla carta mette 260 chilometri e 4500 metri di dislivello. C'è sempre l'incognita meteo e potrebbe arrivare un gruppo ristretto. Vedremo chi riuscirà a resistere fino al momento chiave, chi ci sarà quando si deciderà la corsa».
«Spero di avere un Nibali al 100%, manca qualche giorno, lo aspetto»
«Non è un Mondiale per scalatori puri, sarà comunque piuttosto selettivo»