Corriere dello Sport

Bussi: Amo l’azzurro ma tornerò alla matematica

- Di Alberto Dolfin

Giocare coi numeri fa parte della sua vita, già da prima che scoprisse le doti a cronometro. Vittoria Bussi ama lottare contro le lancette e oggi sarà una delle due azzurre (con lei un’altra Vittoria, Guazzini) che darà il via al Mondiale di casa.

Ieri ha provato il percorso di Imola che sarà lo stesso anche in termini di distanza che affrontera­nno domani gli uomini, 31,7 km. «Sarà una bella sfida, lunga e piena d’insidie - comincia a raccontare la trentatree­nne romana che da diversi anni vive e si allena a Torino - Il vento è una delle variabili da tenere in conto, sia dentro sia fuori l’autodromo, e può rendere ancora più dura la prova».

PODIO. All’Europeo dello scorso mese si è già messa in luce, chiudendo quinta nella prova individual­e e salendo sul terzo gradino del podio nella prova a squadre. La storia di Vittoria sulle due ruote è però atipica. Nel 2010, si laurea in Matematica Pura a La Sapienza e lascia la Capitale per cercare fortuna a Oxford, dove frequenta un dottorato di ricerca. Lì, lei che ha sempre amato lo sport e l’atletica leggera, scopre una nuova amica, la bici, e si mette in testa un’idea folle: realizzare il primato dell’ora. Nel 2016, molla gli studi per lanciarsi nel ciclismo e il 13 settembre 2018 centra l’obiettivo, percorrend­o 48,007 km ad Aguascalie­ntes, in Messico.

SFIDE. Tutto finito? Macché, ci ha preso gusto a fare la profession­ista a tempo pieno. «Il record dell’ora doveva essere uno sfizio che, una volta coronato, mi permetteva di tornare alla vita normale – racconta - Però, la vita mi ha aperto porte che non mi aspettavo. Ora ci ho preso gusto a vestire la maglia azzurra e sogno di onorarla con risultati di un certo rilievo». Ma i numeri restano nel cuore: «“Da grande” torno a fare la matematica, mi piace tanto quanto il ciclismo e cerco di applicarla nello sforzo sportivo. La differenza però è che la cronometro, e forse è anche questo il bello, non è una scelta esatta, l’hanno dimostrato anche Pogacar e Roglic al Tour. Il giorno della gara, corri col cuore e le emozioni hanno il sopravvent­o».

DEBUTTO. E a lei toccherà quella di aprire il Mondiale casalingo: «Sarà speciale, ma qualcuno doveva pur farlo. Io non sono scaramanti­ca e l’unico amuleto che ho è il mio compagno Rocco che mi segue a bordo strada. Speriamo che un po’ di pubblico ci sia già per la nostra crono e che ci faccia sentire il calore – aggiunge - Dopo il Mondiale, mi concedo un weekend libero e torno a Roma perché è da troppo tempo che non ci vado. Mi manca tanto, così come andare all’Olimpico a tifare la Roma: speriamo che presto si torni a poterlo fare».

Poi torna seria, per parlare di sicurezza sulle strade, dopo l’incidente occorsole lo scorso novembre in allenament­o: «Insieme a tanti colleghi lotto per un maggior rispetto reciproco. La situazione dopo il lockdown è persino peggiorata, c’è troppa frenesia sulle strade, che sono diventate pericolosi­ssime. Voglio sensibiliz­zare quanto posso su questo problema».

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Vittoria Bussi, 33 anni, laureata in Matematica Pura

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