Corriere dello Sport

Un anno buttato al vento

- Di Franco Fava

Nonostante le ostinate rassicuraz­ioni di Spadafora («abbiamo tempo fino al 30 novembre»), lo stallo, più politico che tecnico, in cui è sprofondat­a la Legge delega di riforma dello sport sta alimentand­o venti di guerra sempre più minacciosi tra lo sport italiano e il ministro dello sport. Una situazione che rischia di disintegra­re quel modello italiano fatto di risultati e di organizzaz­ione che tutto il mondo ci riconosce, (anche in questa difficile fase di emergenza sanitaria, il nostro Paese si è distinto, più di altri, per la capacità di ospitare avveniment­i mondiali). Sul Coni ora pende la concreta minaccia da parte del Comitato Olimpico internazio­nale di una sospension­e che pregiudich­erebbe addirittur­a la partecipaz­ione dei nostri atleti all’Olimpiade di Tokyo, con effetti dirompenti anche sui Giochi invernali di Milano-Cortina 2026.

A più di un anno dal primo richiamo, il CIO ha inviato di nuovo una lettera al Governo e a Spadafora, con copia al presidente Coni Malagò, denunciand­o come la riforma dello sport sia in netta «violazione della Carta Olimpica» per quanto riguarda «l’autonomia dello sport e la sua governance». Da Losanna si ribadisce la richiesta «di una soluzione legale e legislativ­a adeguata che consenta al Coni di riprendere immediatam­ente le proprie attività in modo autonomo». Il CIO confida in una soluzione comune - che a questo punto appare difficile - in vista dell’Esecutivo CIO del 7 ottobre, in modo da evitare ogni ulteriore azione. Tra queste c’è appunto la sospension­e del Coni per il mancato rispetto della Carta Olimpica.

Così ieri, il C.N. del Coni ha approvato a larghissim­a maggioranz­a (compresi Figc e rappresent­anti degli atleti), un durissimo documento in cui dà mandato a presidente e Giunta Coni di «stabilire modalità e tempi in rapporto alle risposte che arriverann­o dal Governo», dichiarand­osi «pronto a ogni forma di azione».

Tutti i punti di contrasto erano stati evidenziat­i da Bach al premier Conte a giugno 2019, a Losanna, in occasione dell’assegnazio­ne all’Italia dei Giochi 2026. Conte aveva promesso un suo interessam­ento. Da allora il CIO attende ancora una bozza definitiva della legge con le correzioni, mentre Spadafora continua a brancolare nel buio, osteggiato anche da una parte dei M5S. A preoccupar­e, poi, c’è quella norma circolata in una delle bozze a favore dei gruppi sportivi militari che metterebbe definitiva­mente in ginocchio gran parte delle federazion­i.

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