Un anno buttato al vento
Nonostante le ostinate rassicurazioni di Spadafora («abbiamo tempo fino al 30 novembre»), lo stallo, più politico che tecnico, in cui è sprofondata la Legge delega di riforma dello sport sta alimentando venti di guerra sempre più minacciosi tra lo sport italiano e il ministro dello sport. Una situazione che rischia di disintegrare quel modello italiano fatto di risultati e di organizzazione che tutto il mondo ci riconosce, (anche in questa difficile fase di emergenza sanitaria, il nostro Paese si è distinto, più di altri, per la capacità di ospitare avvenimenti mondiali). Sul Coni ora pende la concreta minaccia da parte del Comitato Olimpico internazionale di una sospensione che pregiudicherebbe addirittura la partecipazione dei nostri atleti all’Olimpiade di Tokyo, con effetti dirompenti anche sui Giochi invernali di Milano-Cortina 2026.
A più di un anno dal primo richiamo, il CIO ha inviato di nuovo una lettera al Governo e a Spadafora, con copia al presidente Coni Malagò, denunciando come la riforma dello sport sia in netta «violazione della Carta Olimpica» per quanto riguarda «l’autonomia dello sport e la sua governance». Da Losanna si ribadisce la richiesta «di una soluzione legale e legislativa adeguata che consenta al Coni di riprendere immediatamente le proprie attività in modo autonomo». Il CIO confida in una soluzione comune - che a questo punto appare difficile - in vista dell’Esecutivo CIO del 7 ottobre, in modo da evitare ogni ulteriore azione. Tra queste c’è appunto la sospensione del Coni per il mancato rispetto della Carta Olimpica.
Così ieri, il C.N. del Coni ha approvato a larghissima maggioranza (compresi Figc e rappresentanti degli atleti), un durissimo documento in cui dà mandato a presidente e Giunta Coni di «stabilire modalità e tempi in rapporto alle risposte che arriveranno dal Governo», dichiarandosi «pronto a ogni forma di azione».
Tutti i punti di contrasto erano stati evidenziati da Bach al premier Conte a giugno 2019, a Losanna, in occasione dell’assegnazione all’Italia dei Giochi 2026. Conte aveva promesso un suo interessamento. Da allora il CIO attende ancora una bozza definitiva della legge con le correzioni, mentre Spadafora continua a brancolare nel buio, osteggiato anche da una parte dei M5S. A preoccupare, poi, c’è quella norma circolata in una delle bozze a favore dei gruppi sportivi militari che metterebbe definitivamente in ginocchio gran parte delle federazioni.