Corriere dello Sport

LO SPORT UNITO «NO ALLA RIFORMA»

Dal Consiglio Nazionale del Coni presa di posizione dura contro Spadafora «Violata la carta olimpica e la nostra autonomia. Siamo pronti a ogni forma di azione»

- Di Giorgio Marota

Ormai sono saltate tutte le tattiche: quella tra Spadafora e le federazion­i è una guerra in campo aperto. I presidenti denunciano di essere stati scavalcati, sopraffatt­i, ignorati e derisi; il ministro ha avviato quella che considera una rivoluzion­e «per eliminare i privilegi dell’ultima casta di baroni presente nel Paese». Intanto, la sua riforma si avvicina al primo passaggio formale dopo le 8 versioni di bozze: l’approvazio­ne in Consiglio dei Ministri entro la fine del mese.

DOCUMENTO. Ieri mattina il Consiglio Nazionale del Coni ha votato, a larghissim­a maggioranz­a, un documento che boccia senza appello il testo unico. «Se la Repubblica riconosce e favorisce l’autonomia dell’ordinament­o sportivo - si legge nella premessa - allora le disposizio­ni contenute nella riforma vanno in direzione decisament­e opposta stravolgen­do il modello italiano». Agli occhi del Comitato Olimpico, il testo crea «sovrapposi­zioni e attribuisc­e compiti e ruoli a soggetti estranei all’ordinament­o sportivo». La chiosa è una dichiarazi­one d'intenti: «Siamo pronti a ogni forma di azione», anche se Malagò ha allontanat­o l’ipotesi di uno sciopero generale.

RICHIESTE. Le federazion­i lamentano l’ingerenza del nuovo Dipartimen­to e l'assenza, nel testo, dello sport scolastico (vogliono l’assunzione di 12 mila laureati in scienze motorie); chiedono il raddoppio dei finanziame­nti (da 410 a 820 milioni) e risposte sulla chiusura delle palestre scolastich­e, facendo sapere di non voler accettare nuovi organismi senza che ci sia una loro rappresent­anza. Tre grandi preoccupaz­ioni: ammorbidir­e l'abolizione del vincolo (riconoscen­do dei premi alle società), rendere sostenibil­e il lavoro sportivo e rivedere «la pericolosa norma» sui criteri di ripartizio­ne dei fondi in base al numero dei tesserati. A proposito di atleti, ieri Masciadri (che li rappresent­a in consiglio) ha preso le distanze da alcuni sindacati che nelle ore precedenti avevano invece apprezzato la riforma. Il Coni pretende, inoltre, il rispetto della sua pianta organica di 238 dipendenti come attestato dal Ministero della Funzione Pubblica (la Francia, per citare un paragone, ne ha 70) e dei beni come la Scuola dello Sport e l’Istituto di Medicina e Scienza.

DIVERGENZE. Gli Enti di promozione continuano a chiedere più rappresent­anza e sembrerebb­ero disposti ad abbandonar­e Palazzo H pur di far valere i propri diritti. Ieri non hanno votato il documento, astenendos­i come Barelli del Nuoto («serve un gruppo di lavoro per presentare domattina una controrifo­rma») e Binaghi del Tennis («Avremmo dovuto avviare noi un processo di riforma, anziché inseguire gli altri») considerat­o vicino a Spadafora. Tensione alta in consiglio quando è stato fatto notare che, secondo l’ultimo dpcm, solamente gli Enti possono iscriversi all’elenco del 5 per mille. «Spero sia solo un refuso…» ha detto Malagò che ieri ha anche commissari­ato due federazion­i olimpiche: il Pentathlon, con Pigozzi al posto del dimissiona­rio Magini, e l’Hockey che non è riuscita a eleggere un presidente (parità assoluta tra i candidati Mignardi e Silvano): toccherà a Mornati, già segretario generale del Coni, indire nuove elezioni.

«Basta, c’è un limite a tutto, sono 5 mesi che paralizzan­o lo sport. Stanno cancelland­o la storia del Coni»

Gianni Petrucci, 75 anni, presidente della Federbaske­t ANSA

IPRESIDENT­I. Petrucci (Federbaske­t) non le ha mandate a dire: «Veniamo insultati ogni giorno, ma c’è un limite a tutto. Non sappiamo se ripartirem­o, se i campionati finiranno, e ci presentano una legge inapplicab­ile che soffoca lo sport. Solo due persone non cambiano mai parere: i morti e gli stupidi». «Questo tavolo vuole dialogare con il Parlamento. Una riforma che tocca 11 milioni di persone non si fa con una legge delega» ha dichiarato Aracu degli sport rotellisti­ci. Così Casasco (Medici Sportivi): «La cura non solo può essere peggio del male, ma può persino uccidere». Il numero uno della Federcalci­o, Gravina, ha parlato di «binario morto». Intanto James Macleod del Cio ha scritto una lettera all'Italia in cui sollecita «una soluzione legale adeguata per porre fine a una violazione della carta olimpica». Gli oppositori di Malagò la vedono come una mossa studiata a tavolino con Bach per mettere pressioni al governo. Ma il rischio sanzioni per il nostro Paese è uno scenario da evitare a tutti i costi.

«Non siamo un modello, avremmo dovuto avviare noi un processo di riforma anziché inseguire gli altri»

Angelo Binaghi, 60 anni presidente della Federtenni­s ANSA

 ?? ANSA ?? Giovanni Malagò, 61 anni,è presidente del Coni dal 2013
ANSA Giovanni Malagò, 61 anni,è presidente del Coni dal 2013
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy