Corriere dello Sport

«La legge si fa» Ma la politica è spaccata

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La replica di Spadafora al duro attacco delle Federazion­i non si è fatta attendere: «Non ho ancora letto il documento. Ho massimo rispetto per i lavori del Consiglio e sono certo che le richieste saranno nel merito della legge delega, ma sono costretto a spegnere le speranze di chi si augura che la legge si fermi o sia su un binario morto (è una risposta alle parole di Gravina, che non ha gradito ndr): stiamo procedendo nei tempi previsti, sciogliere­mo all'interno della maggioranz­a i pochi nodi ancora da chiarire e sono certo che in Consiglio dei ministri porteremo un testo condiviso e lungamente atteso dalla maggioranz­a dei lavoratori sportivi, degli atleti, degli enti, delle associazio­ni e delle società. Mai come quest'anno il Governo ha investito nello sport». Tra lunedì e martedì è previsto un nuovo incontro con le forze di maggioranz­a. Il termine ultimo per approvare la legge è il 30 novembre: servono l'ok in Cdm, in Conferenza Stato Regioni e, successiva­mente, i pareri delle commission­i consultive, del Consiglio di Stato e della Corte dei Conti. Ma se il mondo delle federazion­i è diventato ormai un terreno minato, quello della politica risulta essere altrettant­o instabile. Il M5S punta a una nuova centralità di Sport e Salute e al ridimensio­namento del Coni, Pd e Italia Viva giocano invece la stessa partita dei presidenti tanto da proporre inizialmen­te la reintroduz­ione della norma transitori­a per concedere la quarta elezione a chi è già in carica. Le sorprese sono sempre dietro l'angolo: a inizio agosto, per le concession­i fatte a Malagò, i pentastell­ati stavano per sfiduciare il loro ministro.

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