Caso Suarez ora s’indaga per corruzione
Il reato contestato alla rettrice Inchiesta della procura Figc L’avvocato della Juventus: «Non c’è stata una trattativa»
L’inchiesta sull’esame di italiano si arricchisce di nuovi capi d’imputazione Anche il ministero si muove con l’invio di ispettori
C’è anche il concorso in corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio tra i reati ipotizzati dalla procura di Perugia a carico di Giuliana Grego Bolli e Simone Olivieri, rettrice e direttore generale dell’Università per Stranieri, in relazione all’indagine sull’esame sostenuto giovedì scorso (17 settembre) da Luis Suarez nel capoluogo umbro. Una contestazione al momento generica, con i titoli di reato (articoli 110 e 319 del codice penale) indicati nei rispettivi avvisi di garanzia senza alcuna descrizione dei fatti ipotizzati, che si aggiunge così a quelle di rivelazione di segreti d’ufficio e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici per i quali sono indagati, a vario titolo, anche la direttrice del Centro per la valutazione e certificazione linguistica Stefania Spina, il professor Lorenzo Rocca e l’impiegata Cinzia Camagna.
I VANTAGGI. Al vaglio degli inquirenti le presunte utilità per l’ateneo, non in termini di denaro ma di ulteriori occasioni di lavoro, in seguito all’organizzazione dell’esame che secondo la Guardia di Finanza perugina era stata richiesta dalla Juventus, interessata a tesserare il calciatore una volta acquisito lo status di comunitario. Una prova durata appena trenta minuti quella che ha poi consentito al Pistolero di conseguire l’attestato di livello B1 per la conoscenza della lingua italiana (necessario per l’acquisizione della cittadinanza italiana), ma definita come una “farsa” nel decreto di perquisizione e di sequestro probatorio firmato due giorni fa dai pubblici ministeri Paolo Abbritti e Gianpaolo Mocetti. Se davvero le domande erano state concordate in anticipo e il voto già deciso, come ipotizzano gli inquirenti sulla base di alcune conversazioni intercettate dalle Fiamme Gialle (negli atti della procura si parla di «previa consegna» al calciatore dei contenuti dell’esame «in modo da blindare l’esito favorevole»), c’è da capire insomma chi ne avrebbe tratto vantaggio.
GLI INTERROGATORI. La rettrice (difesa dall’avvocato David Brunelli) e il direttore generale (difeso dall’avvocato Francesco Falcinelli) al momento non sono stati convocati dai magistrati, che ieri hanno invece ascoltato la professoressa Spina e il professor Rocca: «Il mio assistito - ha dichiarato all’Adnkronos Cristiano Manni, legale del secondo - ha chiarito la sua posizione ed è assolutamente sereno, escludendo la sua responsabilità in ogni tipo di vicenda». Il lavoro degli inquirenti è comunque ancora nelle fasi iniziali e nelle prossime ore verrà esaminato a fondo il contenuto dei telefoni cellulari, dei pc e dei tablet sequestrati agli indagati, con l’inchiesta che potrebbe così portare ad ulteriori sviluppi anche se a oggi - come ribadito dall’Ansa - non risultano coinvolti personaggi legati
Ieri interrogatorio per due professori: c’è l’accusa di falso ideologico
Gli inquirenti nelle prossime ore analizzeranno pc, tablet e cellulari
«Lui è arrivato in Italia per completare il suo corso di studio, visto che aveva cominciato a masticare l’italiano qualche anno fa. Chiellini ne sa qualcosa»
La battuta del presidente federale Gabriele Gravina sul caso Suarez
alla Juventus, né risulta alcuna ipotesi sul possibile ed eventuale corruttore.
SI MUOVE ANCHE IL MINISTERO. E mentre sulla vicenda si è mossa anche la procura della Federcalcio che ha aperto un fascicolo e chiesto gli atti ai giudici perugini per accertare eventuali responsabilità da parte del club bianconero (in caso per violazione della lealtà sportiva), secondo quanto trapelato nelle ultime ore il ministero dell’Università e della Ricerca starebbe valutando l’ipotesi di un’inchiesta disciplinare interna con l’invio degli ispettori a Palazzo Gallenga, storica sede dell’Università per Stranieri di Perugia.