Caso Suarez-Juve tutta la verità sulle telefonate
«Telefonata di cortesia con Paratici, l’entourage del giocatore era soddisfatto dell’accoglienza»: lo rivela il professor Oliviero, rettore dell’altro ateneo (quello pubblico). Acquisito il testo dell’esame farsa: una domanda sul... cocomero
«L’unica volta in cui sono entrato in contatto con il dottor Paratici è stata in occasione di una garbata telefonata di cortesia, ricevuta alcuni giorni dopo l’esame, con la quale lo stesso voleva comunicarmi che l’entourage del calciatore era molto soddisfatto per l’accoglienza ricevuta presso l’Università per stranieri». A parlare è il professor Maurizio Oliviero, magnifico rettore dell’Università degli Studi di Perugia (quella statale) che, «contattato da un conoscente attualmente impegnato nell’entourage della Juventus», ha fatto da “tramite” tra il club bianconero e l’ateneo presso cui Luis Suarez ha conseguito l’attestato di conoscenza della lingua italiana livello B1 (necessario per ottenere la cittadinanza). Il tutto dopo un esame finito poi nel mirino della procura perugina, che lo ha definito una “farsa” messa in scena in una sessione “ad hoc” organizzata appositamente per l’attaccante uruguaiano.
INFORMAZIONI. «Ho comunicato all’interlocutore che presso il nostro ateneo non è disponibile questo tipo di servizio - ha aggiunto Oliviero - e che probabilmente faceva confusione tra noi e l’Università per stranieri. Sia per ragioni di cortesia istituzionale, sia per il beneficio che la città e il territorio ne avrebbero presumibilmente potuto trarre, ho provveduto a mettere in contatto l’interlocutore con la governance dell’Università per stranieri». Il magnifico rettore non fa il nome del conoscente in questione, che - secondo quanto appreso dall’Ansa - è Federico Cherubini (Head of Football Teams and Technical Areas della Juventus): originario di Foligno, il dirigente si sarebbe limitato a chiedere indicazioni burocratiche sull’esame a Oliviero, che gli evrebbe detto poi di rivolgersi all’Università per Stranieri.
IL TESTO DELL’ESAME. Nel frattempo, dopo il sequestro dei pc e dei cellulari dei cinque dipendenti dell’ateneo finiti sul registro degli indagati in seguito alle intercettazioni effettuate dalla Guardia di Finanza, gli investigatori hanno recuperato un file Pdf del tutto identico nei contenuti a quanto poi chiesto a Suarez durante l’esame. Quel file - secondo quanto emerge dalle indagini - è stato inviato tramite il software “Teams” al calciatore (e successivamente al professor Rocca tramite mail) dalla professoressa Spina che era incaricata di prepararlo alla prova. Questo ben prima che il Pistolero atterrasse giovedì scorso (17 settembre) a Perugia con un jet privato.
IL COCOMERO. Ma cosa c’era nel Pdf? Le stesse immagini che gli sono state poi mostrate durante l’esame: un cocomero e un supermercato. Ecco così che l’attaccante non ha fatto fatica a indicare l’uno e l’altro con i termini giusti, parlando poi della sua famiglia e dei figli, come gli era
Mentre la Procura indaga ancora sull’ipotesi di corruzione emergono nuovi particolari sull’uruguaiano
stato indicato sempre nel file. E quando gli è stato chiesto di immaginare una città italiana ha citato Torino, anche questa ben indicata nel Pdf. L’esame è poi proseguito con altre domande “preconfezionate” sulla sua professione. «Faccio il calciatore - ha risposto Suarez - e sono da 6 anni a Barcellona».
CHI È IL CORRUTTORE. È probabile intanto che nei prossimi giorni Oliviero venga sentito dagli inquirenti in qualità di testimone, così come non è escluso che possano essere ascoltati personaggi legati alla Juve, per chiarire i propri ruoli e spiegare se e fino a che punto fossero a conoscenza della ‘farsa’ dell’esame. Senza dimenticare che tra le ipotesi investigative figura ancora la corruzione, contestata in concorso a Giuliana Grego Bolli e Simone Olivieri, rettrice e direttore generale dell’Università per Stranieri. E se la corruzione venisse accertata, bisognerebbe a quel punto capire chi è stato il corruttore.
Quei quesiti preconfenzionati: «Faccio il calciatore, da sei anni al Barça»