Corriere dello Sport

Addio al Barça, il veleno del Pistolero

CONFERENZA STAMPA SENZA RIFERIMENT­I A PERUGIA

- Di Andrea De Pauli

BARCELLONA - Neanche tre parole e sgorgano subito le lacrime. Nel giorno che chiude la sua trionfale avventura nel Barça - 13 trofei, tra cui 4 Campionati, una Champions e un Mondiale per Club - Luis Suarez si autoimpone di evitare con cura qualsiasi polemica, ma non chiedetegl­i di nascondere i suoi sentimenti. Il dolore per essere stato allontanat­o con un contratto ancora in vigore è una delusione difficile da digerire per un tipo orgoglioso come il Pistolero e la separazion­e forzata dal vicino di casa Leo Messi, con cui aveva stabilito una relazione strettissi­ma, fuori e dentro al campo, fa davvero male. E allora eccolo lì il bomber uruguaiano, seduto accanto al presidente blaugrana Bartomeu, che fa le acrobazie per trovare la forza per mantenere un minimo di compostezz­a. «È difficilis­simo per me. È stato tutto così veloce, non ho avuto neppure il tempo per prepararmi», il faticoso esordio. «Ringrazio il club per avermi acquistato in un momento che mi vedeva reduce da uno sbaglio - 4 mesi di sanzione per il morso Mundial a Chiellini a Brasile 2014 - e per avermi appoggiato sempre. Sono cosciente che tutte le tappe, prima o poi, devono terminare, ma sono felice perché in questi anni mi sono fatto molti amici, i miei figli mi hanno visto mentre sollevavo dei trofei, segnavo gol e mi hanno visto giocare a fianco al miglior giocatore della storia. Sono davvero grato».

IL COLPEVOLE. Lo sguardo di Suarez cerca Leo Messi, seduto di fronte, che siede vicino agli altri compagni Busquets, Piqué, Jordi Alba e Sergi Roberto, accorsi per appoggiare l’ormai ex compagno. «In questo folle mese sono circolate anche tante falsità», riflette amaro l’ex Ajax e Liverpool. «A un certo punto si è arrivati a dire che Leo soffrisse la presenza di un centravant­i al suo fianco». Interrogat­o sul responsabi­le della sua partenza, il Pistolero ha pochi dubbi, anche se a un certo punto, con una mezza smorfia, fa capire che il presidente poteva gestire decisament­e meglio la situazione. «L’allenatore, appena arrivato, mi ha comunicato che non contava su di me. Io l’ho accettato, ma ho continuato ad allenarmi, in attesa di trovare una soluzione. Mi hanno chiamato tantissimi club». Alla fine l’ha spuntata l’Atletico, che pagherà fino a 6 milioni al Barça in variabili e che gli ha proposto un biennale. «Me ne vado con la sensazione di essere stato un giocatore che ha fatto la storia in questo club». E lì ci sono 198 gol complessiv­i, che ne fanno il terzo massimo marcatore di sempre in blaugrana, ad attestarlo. Niente riferiment­i, invece, a Perugia. Non era il giorno più adatto per toccare la questione. Sarà un caso, ma a nessun italiano presente all’evento è stata concessa la possibilit­à di porre una domanda.

Lacrime e accuse «In un mese folle sono circolate anche tante falsità»

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