Essere Borja Valero un fiorentino a Milano
Il ritorno, l’onda emotiva e subito l’Inter, a cui è riconoscente ma che non ha spezzato il filo viola
Storia recente: Borja Valero è tornato a Firenze provocando un’onda emotiva che è partita da lui e dalla sua famiglia per coinvolgere tutte le componenti del tifo viola, ma proprio per il suo modo di essere e di vivere la vita e quindi il calcio, nemmeno il percorso inverso lo lascerà indifferente. Che a lui, come a Biraghi, si presenta da fare subito alla prima trasferta del campionato: Inter-Fiorentina di domani non sarà un’occasione come le altre per il centrocampista spagnolo.
SERATA SPECIALE. Cinque stagioni in viola (e con quella appena iniziata fanno sei), tre in nerazzurro; 213 gare con la maglia viola, 100 con quella nerazzurra: no, non può essere una serata come le altre per Borja Valero. Che è calciatore di grandi qualità e uomo di grandi sentimenti dietro una maschera che spesso gli serve per nascondere il tumulto interiore, e così in novanta minuti rivivrà d’un fiato quello che è un pezzo bello consistente della sua ottima carriera. E non serve nemmeno ricordare le polemiche e le alzate di scudi che seguirono alla sua partenza verso Milano nell’estate 2017, con il contorno di tutto quello che ci poteva stare dentro una storia che privava Firenze del “sindaco”. Conta, invece, ricordare che quel filo non si è mai spezzato, al di là dei messaggi di affetto imperituro provenienti dall’una e dall’altra parte nel corso degli anni successivi, delle coordinate geografiche tatuate come segno indelebile del legame, della volontà di babbo e mamma di far diventare i figli fiorentini più di quanto già non lo siano: e quando due settimane fa, il filo è stato riannodato e rinsaldato riportando tutti indietro di tre anni, Borja Valero come prima cosa ha definito un’occasione speciale (appunto) il momento in cui sarebbe stato chiamato a ritrovare l’Inter. Perché sa che cos’è la riconoscenza.
ESSERE BORJA. Quel momento sarà domani sera e poco importa che lo vivrà dalla panchina se le scelte iniziali di Iachini dovessero preferire Amrabat Castrovilli e Bonaventura come sembra. Non è un particolare che conta se non per il fatto che aumenterà la sua voglia di dare una mano alla Fiorentina e di dimostrare, in una maniera che somiglia ad un paradosso, che l’Inter aveva fatto bene a puntare su di lui. E quando entrerà in campo - perché entrerà nove anni di Italia gli passeranno davanti in un lampo provocando un solo pensiero: quant’è gratificante essere Borja Valero.