Corriere dello Sport

C’È IL GRAN PREMIO DEI MOSTRI SACRI

Due campioni del mondo, due record storici, una domenica da brividi Raikkonen eguaglierà i 323 GP di Barrichell­o, Hamilton punta alle 91 vittorie di Schumacher

- Di Giorgio Burreddu

Pare che quello in Russia sarà un gran premio memorabile, con le stelle comete e i fuochi d’artificio, e chi se lo perde perde un pezzo di storia. C’è Lewis Hamilton che può eguagliare il record di Schumacher di 91 gran premi vinti. E c’è Raikkonen che invece raggiunge Barrichell­o a quota 322 GP. Tutto lì, in un giorno solo. Poi la parola passa a loro, quelli che i record li devono spezzare e la magia un po’ passa. Raikkonen: «Il record non mi interessa. Non sarà questo il motivo che mi convincerà a restare o meno in Formula 1, ogni record finisce prima o poi per essere superato, è così in ogni sport. Come ho detto tante volte, non significa niente per me, non fa alcuna differenza». Hamilton: «Non mi concentro sui numeri. E la Russia non è differente da qualsiasi altro GP».

ETERNO. Beati loro che non se ne curano perché è da queste cose che lo sport misura la longevità e il talento. E certo quello di Sochi del weekend sarà un confine oltre il quale molto andrà perduto. I record sono così: una volta oltrepassa­ti, qualcosa di nuovo comincia. E quel che c’è dietro rischia di perdersi, di finire nel dimenticat­o. Il resto ha l’illusione dell’eternità.

Come Raikkonen, 41 anni il prossimo 17 ottobre e ancora lo spirito di uno che non accenna a voler chiuderla lì. «Forse in futuro, se presterò attenzione a queste cose, le valuterò in modo diverso. Oggi per me questa gara è come le altre, il mio obiettivo è fare in modo che sia un buon weekend». Ha sempre l’anima di ghiaccio, non la scalfisci nemmeno con l’amarcord. Cominciò nel 2001 con la Sauber, poi la McLaren, la Ferrari, la Lotus, l’Alfa Romeo. Miki ha sempre parlato poco. A tre anni lo portarono da uno specialist­a, ma alla fine scoprirono che non aveva voglia e basta. Il desiderio di Raikkonen è tutto racchiuso nello sport, nella competizio­ne. «I piloti passano, io sono ancora qui» ha scherzato lui.

OBIETTIVI. Tutto scorre, ma loro no. Loro restano. Raikkonen e Hamilton. Restano adesso con le loro ambizioni, i loro traguardi. Resteranno nei ricordi domani, con i record. A caccia del suo sta andando anche Lewis, re di tutto, re per sempre. Ma ancora più sovrano se riuscirà a mettere le mani su questo gran premio. C’è in gioco il Mondiale, sì (sai la novità...). C’è in ballo il sovrappors­i al genio di Schumacher. Se dovesse vincere, Hamilton raggiunger­à il pilota tedesco, mettendo fine alla scomodità dei paragoni. «Ovviamente per tutti noi piloti, c'è molta emozione per ciò che facciamo con amore, pressione e altro. Ma sono qui per cercare di battere Bottas, che in Russia ha ottenuto la sua prima vittoria in carriera (nel 2017; ndr), le Red Bull che saranno molto veloci e tutti gli altri piloti in pista. So quanto sia difficile, non penso al resto».

STORIA. Il record non può attendere, non questa volta. Anche

se lui, a loro, non interessa. Bugie. Quando Schumi raggiunse il numero di vittorie di Senna a Monza si emozionò. E’ la consapevol­ezza di aver fatto la storia, non può lasciare indifferen­ti. Ma se per Lewis vincere un campionato «è una qualche prospettiv­a che all’inizio pensi sia impossibil­e o fuori portata, e alla quale ti avvicini passo passo concentran­doti sul GP successivo», per la Ferrari sarà l’ennesimo neo di una stagione da archiviare.

Hamilton che raggiunge Schumacher è anche questo, sarà anche questo, un confronto in perdita per la Rossa di Maranello. Hamilton smorza, frena, guarda più in là (ecco qui la sua grandezza): «Sono cosciente perché non smetterò presto, ma non posso dire come mi sentirò, o cosa significhe­rà, o se significhe­rà qualcosa. Ci sono altri e più grandi problemi che stanno accadendo nel mondo. Ovviamente sarebbe un onore per me se agguantass­i Schumi, ma in confronto questo significa nulla». Finché un giorno Lewis poserà il suo sguardo su quel che è stato: «Forse solo dopo molto tempo mi renderò conto di quello che ho fatto». I record servono a ricordare.

Kimi: I piloti passano io sono ancora qui Lewis: Solo in futuro capirò cosa ho fatto

«Il record di Lewis? Un po’ dispiace per ciò che Schumi ha rappresent­ato per me e la Germania Ma Hamilton è un grande pilota» Sebastian Vettel, 33 anni, è cresciuto nel mito di Michael Schumacher, ma riconosce la grandezza di Lewis Hamilton

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