E Fienga rilancia «Roma, Fonseca non si discute»
L’ad giallorosso, alle prese con l’inibizione, prova a togliere pressione all’allenatore «Con lui è partito un progetto, non capiamo certe voci. Dzeko? Darà il massimo da capitano» E attacca Sandulli su Diawara: «Non vuole che ci difendiamo?»
Qua la mano, o meglio il pugno come impone il Covid. Guido Fienga si espone nella settimana più delicata, tra l’assurda vicenda Diawara e le voci di ribaltoni tecnici, tra un’inibizione federale e nuove inchieste in arrivo, allontanando pubblicamente le nubi su Fonseca: «L’allenatore non è un tema aperto per la nostra società. Fonseca è il nostro tecnico. Con lui è partito un progetto l’anno scorso, un progetto fondato su una squadra giovane. Lo stesso Fonseca riparte da una stagione di esperienza in più. Non capiamo perché ci sia una discussione sull’argomento, che per noi non è mai stato aperto». Un intervento quasi doveroso, visto il proliferare di indiscrezioni sui contatti con Allegri. Ieri intanto lo stesso Allegri, ospite allo stadio Brianteo per Monza-Spal di Serie B, ha dribblato le domande dei cronisti riferite proprio a un possibile futuro alla Roma.
IL QUADRO. Le cose sono due: 1) la Roma ha chiesto ad Allegri la disponibilità a entrare in corsa, ricevendo un garbato rifiuto o comunque un “vediamo” sul quale aggiornarsi più avanti (questo Fienga non potrebbe svelarlo); 2) la Roma non ha davvero mai pensato al cambio e semmai, su input di Friedkin, lo valuterà nelle prossime settimane a seconda del rendimento della squadra.
In tutti e due i casi la soluzione verso cui sembra convergere la verità è che Fonseca non sia a rischio, almeno nell’immediato. E che quindi Roma-Juventus non sia la sua ultima chance per dimostrare di meritare il ruolo che occupa. La speranza di tutti, da Trigoria all’Eur passando per il jet privato di Friedkin segnalato ieri a Montecarlo, è che Fonseca possa risollevare la squadra e condurla verso l’obiettivo dichiarato, che è il ritorno in Champions.
IL DIESSE. Nella posizione di Ceo, e di padrone assoluto della scena, Fienga commenta anche le voci su un approccio con Fabio Paratici: «Il direttore sportivo è un ruolo vacante per il club (in realtà il ds formalmente è Morgan De Sanctis, ndr). E noi riempiremo la casella quanto prima con la persona che giudicheremo più competente e allineata alla filosofia del club, rinforzata dal nuovo azionista. Ho sentito il nome di Paratici. Credo sia fortemente irrispettoso sia nei suoi confronti, sia nei confronti della Juventus. Paratici è il direttore sportivo del nostro prossimo avversario. E noi speriamo di batterlo sul campo, salutandolo cordialmente allo stadio Olimpico». Fienga ha un ottimo rapporto con Paratici, che però conta di rimanere alla Juve. Il nome più concreto per la poltrona di direttore sportivo a oggi è Ralf Rangnick, che Friedkin ha incontrato a Londra il mese scorso. Il patron ha chiamato anche Umberto Gandini, ex ad della Roma e attuale presidente della Legabasket. Potrebbe essere un rinforzo dirigenziale, non sostituire Fienga.
IL CAPITANO. A margine della conferenza di presentazione di Pedro, Fienga è tornato anche sul momento di Dzeko: «Edin è il nostro capitano, siamo felici che resterà il nostro capitano. Conosciamo il valore e la professionalità di Dzeko. Darà il suo massimo contro la Juventus, anche stimolato dalle voci».
LAPOLEMICA.Chiusura sul caso dello 0-3 di Verona, con risposta piccata a Piero Sandulli che dà per scontata la bocciatura del ricorso: «Siamo sorpresi e dispiaciuti dalla sua presa di posizione, visto che sarà lui a giudicare. Noi siamo in buona fede e abbiamo diritto di difenderci. L’errore che abbiamo commesso non ci ha portato alcun vantaggio. Ci aspettiamo che la giustizia sportiva possa agire in modo sereno e indipendente».
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