La nuova missione di Pippo
La nuova sfida per il Benevento e per Inzaghi è chiara: adattarsi rapidamente al cambiamento, trasformandosi da squadra che tutti volevano battere in una formazione che vuole provare a essere difficile da battere, per tutti o qualcosa del genere. Senza snaturarsi, senza rinnegare certe idee tattiche e la propensione a un gioco corale e offensivo, ma anche senza perdere di vista l’obiettivo della salvezza e la necessità di essere prima pratici che belli. Superpippo ha lanciato un chiaro segnale: questo Benevento non ha nulla a che vedere con quello che tre anni fa esordì in A, per ironia del destino, proprio a Marassi con la Sampdoria. Sottotesto: non è lo stesso Benevento e non è neanche lo stesso Inzaghi dell’ultima esperienza in A, visto che a Bologna aveva dovuto adattarsi a una squadra non proprio costruita sulla base delle sue esigenze. C’è molto di Pippo, invece, in questa Strega che nasce aggiungendo qualità ed esperienza al gruppo che ha stravinto la B: il tecnico e il ds Foggia hanno lavorato in sintonia seguendo una traccia ben chiara.
Due riflessioni: il club del presidente Vigorito è arrivato in A con una rosa di soli giocatori di proprietà e anche in questa sessione di mercato, a parte un paio di eccezioni, si è mosso in questa direzione, coniugando gli aspetti di campo con quelli patrimoniali; la scelta di garantirsi ancora più fisicità, da Glik a Dabo, è funzionale a quel passaggio dalla modalità “fare la partita” all’assetto da battaglia quando ci sarà da badare al sodo. Aspettando la definizione dell’ingaggio di Iago Falque, non è da escludere qualche sorpresa last minute, compatibilmente con i vincoli di una lista già satura e di una rosa da snellire. L’idea di base è sempre l’albero di Natale: Lapadula (investimento triennale) il nuovo terminale offensivo, anche se a Marassi toccherà quasi certamente a Moncini; Sau la garanzia, Caprari la novità, Roberto Insigne l’oggetto della curiosità di molti.
Un’altra riflessione sulla partita che il Benevento sta giocando fuori dal campo. Il presidente Vigorito, dopo lo spavento vissuto di ritorno dall’ultima assemblea di Lega (vedi la positività di ADL), spera di riportare mille tifosi allo stadio già dalla sfida con l’Inter. Nel frattempo chiama a raccolta il territorio, coinvolge gli imprenditori della provincia, riporta sulla maglia brand che hanno fatto la storia industriale della città. Nella crisi indotta dalla pandemia, il calcio ha bisogno degli sponsor e offre all’aziende, soprattutto in provincia, un veicolo unico per il rilancio: opportunità da cogliere, insieme. Dietro una promozione in A ieri e una salvezza domani c’è molto di più di un risultato.