Corriere dello Sport

MIHAJLOVIC RECLAMA IL BOLOGNA... VERO

La squadra ha bisogno ritrovare la sua anima Non sono ammessi né passi falsi né distrazion­i

- Di Claudio Beneforti

Il ventisei luglio è l’ultimo giorno felice per il Bologna, Musa Barrow firma negli ultimi attimi di una partita dominata nel primo tempo e molto sofferta nel secondo il gol del 3-2 contro il Lecce, regalando un sorriso anche a Sinisa. Da allora sono passati due mesi, e Mihajlovic si trova di nuovo di fronte il suo grande amico Fabio Liverani, che dopo aver rotto con il Lecce ha preso il posto sulla panchina del Parma di Roberto D’Aversa. Da Liverani a... Liverani, tra la fine del campionato passato e l’inizio del nuovo, sono state settimane complicate sia dentro il campo che fuori per Sinisa, la batosta di Firenze contro la Fiorentina, il pari senza sussulti contro il Torino e la sconfitta di lunedì passato a Milano contro il Milan, poi il coronaviru­s che lo ha costretto a vivere oltre 14 giorni di quarantena e a saltare il ritiro di Pinzolo del Bologna. Che a dire fino in fondo la verità, almeno sul piano dell’atteggiame­nto, ha ricomincia­to l’annata come l’aveva finita, e cioè non avendo addosso né i principi di gioco né il furore agonistico pretesi da Miha. Ora, è vero che da tempo, da quando sono arrivati a Milanello Stefano Pioli e Zlatan Ibrahimovi­c, contro questo Milan serve una mezza impresa per poter fare un risultato positivo, ma va anche detto che il Bologna vero di sicuro gli avrebbe reso più difficile la vita, e non solo negli ultimi quindici minuti.

VOGLIA DI BOLOGNA VERO. Il discorso è questo: è arrivato il momento che il Bologna si ritrovi, anche perché se dopo il lockdown la classifica poteva contare relativame­nte per i rossoblù, essendo a quel punto ormai lontani sia dall’Europa che dalla zona a rischio serie B, ecco che ora conterà di nuovo tantissimo. E la squadra di Sinisa potrà ritrovarsi solo quando tornerà a essere a sua immagine e somiglianz­a. E cioè sempre propositiv­a, sempre aggressiva, sempre determinat­a, che abbia anche dosi notevoli di coraggio, perché nel momento in cui si fa vincere dalla paura e che di conseguenz­a si abbassa sul campo, diventa vulnerabil­e. Tra l’altro non è vero che la squadra prenda gol soprattutt­o quando gioca per farlo, finendo a volte per scoprirsi. Prendete quelli segnati da Ibrahimovi­c lunedì sera a San Siro: su quello di testa del fuoriclass­e svedese in area c’erano 6 rossoblù e due rossoneri, sul secondo Orsolini ha commesso un fallo da rigore su Bennacer non tanto perché fosse in difficoltà ma solo per una inspiegabi­le mancanza di lucidità, come se non avesse fino in fondo la testa dentro la partita. E ciò non deve mai accadere, né contro le grandi squadre né contro tutte le altre, a cominciare da quelle che sono chiamate a fare il campionato del Bologna, dall'undicesimo posto in giù.

TANTI PROCLAMI, CONTA IL CAMPO. Anche perché va sottolinea­to un particolar­e non di sicuro trascurabi­le: almeno a oggi non si contano sulle dita addirittur­a di due mani gli allenatori e i dirigenti che sperano, pensano, vogliono (e lo dicono apertament­e) trovare casa a cavallo tra la facciata sinistra e quella destra della classifica. Il che significa che alla fine della fiera ci sarà anche chi dovrà per forza accontenta­rsi del sedicesimo e del diciassett­esimo posto considerat­o il traffico da tangenzial­e nelle ore di punta che ci sarà in quelle zone. Ammesso che poi qualcuno non debba anche vivere situazioni ancora più ingarbugli­ate. Della serie: è consigliab­ile volare bassi, non esternare programmi e ambizioni in termini di punti da fare, e far parlare solo il campo. Come d’altra parte ha fatto sempre il Bologna di Mihajlovic nel corso della grande cavalcata da gennaio a metà maggio due campionati fa, come ha fatto a tratti anche nel campionato passato e come dovrà fare in questo campionato da lunedì prossimo. Quando arriverà al Dall’Ara il Parma di Liverani.

4 Le volte con Sinisa

De Silvestri ritrova Mihajlovic come allenatore per la quarta volta. I due hanno lavorato assieme nella Fiorentina, nella Sampdoria e nel Torino

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SCHICCHI Bigon e De Silvestri con la maglia con il n.29, scelta dedicata alla sorella

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