De Silvestri «Qui è tutto fantastico»
«Al Bologna ritrovo gli stimoli» Bigon: «Supryaga o niente»
«Chi mi sento? Sono Lorenzo De Silvestri, un giocatore che ha fatto partite in Serie A, ne ha fatte molte, uno che proverà a entrare in punta di piedi in questo gruppo, che è fantastico e mi ha impressionato». L’umiltà, in fondo, non l’ha mai persa. Lollo ce l’aveva addosso ai tempi della Lazio, casa sua, la squadra che lo ha lanciato. E poi se l’è portata in giro, a Firenze, a Genova con la Samp, a Torino. C’era tutto questo nei desideri di Sinisa Mihajlovic quando ha chiesto De Silvestri: la consapevolezza che Lollo «è uno che può darmi tanto in campo e anche fuori», così aveva detto Sinisa. E allora eccolo lì, De Silvestri. Presentato ufficialmente ieri con il suo bel numero 29 («E’ il giorno in cui è nata mia sorella Martina, il 29 agosto»), il nuovo terzino del Bologna è ormai una vecchia faccia del calcio italiano. «Sono contento di essere qui, era quello che volevo. Dopo quattro anni a Torino avevo bisogno di stimoli nuovi, ma li ringrazio per tutto. Sto trovando un ambiente moderno, dinamico, tutti sanno quello che devono fare. L’impatto è positivo. Avevo bisogno di una società con la voglia di crescere». UOMO. «Sono qui per crescere dice, a 32 anni -, a voi sembra poco, ma se ognuno ha voglia di fare così, di crescere, poi cresce anche la squadra». Educato, gentile, cresciuto in una Roma sincera, affacciata sulla normalità. Lo volle Walter Sabatini nel giro dei grandi, e De Silvestri esordì che non aveva ancora diciotto anni. Il ragazzo di ieri e l’uomo di oggi sono solo un percorso, un’evoluzione che De Silvestri ha fatto e ora è qui. «Con Mihajlovic ho avuto dei colloqui, anche in privato. Mi ha chiesto delle cose e io sono qui per inseguirle. Cosa? Obiettivi di squadra e personali. Quando si parla di allenatore bisogna parlare di staff tecnico, c’è tanta collaborazione. Non è una cosa banale, il mister si fida molto di loro. Le esperienze ti rendono più maturo. Qui ci sono anche ragazzi molto collaborativi, hanno voglia di migliorarsi, e allora non si può che fare sempre meglio. Qui
ORIGINI. Ah sì, Sinisa. Lui e De Silvestri è la quarta volta che si trovano. Qualche volta per caso («A Firenze io ero già lì, alla Samp pure»), ma oggi è per stima, per fiducia, e anche per ambizione. «Con il mister c’è un rapporto di stima, ci siamo ritrovati in tante situazioni, in momenti difficili e in altri positivi. Farò il terzino, torno alle origini. Farò il professionista, quello che ho sempre fatto. Mi metto a disposizione della squadra, metto a disposizione tutto: le mie capacità tecniche, difensive, anche di dialogo». C’è una componente umana troppo forte in Lorenzo, gliela leggi negli occhi immobili e la riscontri nella curiosità del mondo. «Mi piace l’arte, Bologna l’ho vista, ho visto tutte le piazze ma adesso voglio scoprirla più a fondo. So che faccio un mestiere da privilegiato. Credo in un uso dei social positivo, mi piace quando posso influenzare positivamente». BICCHIERE. Lollo pensa positivo, e anche Riccardo Bigon. Il direttore sportivo del Bologna. C’è anche lui al Dall’Ara per la presentazione di De Silvestri. «Il bicchiere io lo vedo mezzo pieno. Intorno a questa squadra c’è entusiasmo, lo sento. Nell’ultimo anno solare di mercato il club ha acquistato 15 giocatori, tredici di questi sono in nazionale A, tranne Hickey, che da 2002 è stato convocato con l’Under 21, e dodici di loro sono under 23. Accanto a loro ci sono ragazzi di 30 o più anni, alcuni dei quali con 300 o 400 partite alle spalle». E il mercato? «Per Supryaga siamo in attesa. Cercare un sostituto con le stesse caratteristiche non è semplice, non dobbiamo andare a comprare qualcuno per forza, perché il reparto è già coperto».