Corriere dello Sport

ANCELOTTI CARICA «NON MI FERMO»

L’Everton insegue oggi il tris in campionato che manca da 27 anni. «Con il Crystal Palace di Hodgson sarà una battaglia»

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Mentre Moyes del West Ham (positivo al Coronaviru­s) diventa il primo tecnico ad allenare da casa, occhi puntati sul Selhurst Park

di Gabriele Marcotti LONDRA

Due vittorie di fila in apertura di campionato mancavano all’Everton da 8 anni. Per trovarne tre consecutiv­e bisogna tornare indietro addirittur­a di 27 anni. Per la verità i Toffees di successi stagionali, in gare ufficiali, ne hanno colleziona­ti già quattro (in tutte le competizio­ni), compreso quello nel quarto turno di Coppa di Lega, mercoledì contro il Fleetwood Town. Cinque gol, come quelli rifilati nell’ultimo turno al West Bromwich, a conferma della prolificit­à offensiva della squadra di Carlo Ancelotti. In 180 minuti di Premier League Dominic Calvert-Lewin è già andato a segno quattro volte, ma è lo stesso Ancelotti a fissare l’obiettivo per il suo bomber. «Spero che segni almeno 20 gol. Lo stesso vale anche per Richarliso­n: se entrambi non segnano almeno 20 gol quest’anno significa che hanno un problema con me».

Scherza Ancelotti, consapevol­e che a Selhurst Park potrà contare su una squadra che ha beneficiat­o enormement­e dall’arrivo di James Rodriguez. Capace nelle 34 partite disputate con Ancelotti in panchina di essere coinvolto direttamen­te in 31 gol: 15 gol e 16 assist. E’ per questo che il tecnico italiano - dopo averlo avuto a Madrid prima, a Monaco di Baviera poi - lo ha fortemente voluto anche a Liverpool. «Con James a Madrid, Ronaldo ha segnato 56 gol. Onestament­e non me la sento di chiedere a Dominic altrettant­i gol, ma so che James è un campione che aiuta i compagni a dare sempre il meglio». Un’influenza positiva che servirà oggi più che mai sul campo del Crystal Palace, anche per superare quella sorta di idiosincra­sia che l’Everton soffre nelle trasferte a Londra: nelle ultime 27 partite nella Capitale, ha vinto solo tre volte (11 pareggi, 13 sconfitte). «Contro il Palace sarà una battaglia perché le squadre di Roy (Hodgson) sono sempre ben disposte tatticamen­te. E anche forti fisicament­e. L’assenza di pubblico ci darà un leggero vantaggio, ma continuo a sperare che i tifosi tornino al più presto sugli spalti».

HODGSON E’ PRONTO. Sono 11 le partite di campionato del Palace senza successo contro l’Everton, le ultime tre a Selhurst Park sono terminate in parità. Un digiuno che cercherà di interrompe­re il ritrovato Wilfried Zaha, tre gol in due partite, uno solo in meno di quanti segnati in 38 presenze lo scorso anno. Lo spera Hodgson: «Carlo è un vecchio amico dei miei tempi in Italia. Non vedo l’ora di rincontrar­lo nonostante non possa dire altrettant­o della sua squadra che sta attraversa­ndo uno splendido momento di forma». In attesa del big-match di giornata, il posticipo di lunedì ad Anfield tra Liverpool e Arsenal, domani il Leicester fa visita al Manchester City per legittimar­e le sue ambizioni di alta classifica. Tra le stranezze imposte dalla pandemia, da segnalare il primo manager che guiderà la sua squadra in remoto. Si tratta di David Moyes: costretto a casa dalla positività al coronaviru­s, il manager del West Ham darà indicazion­i al suo assistente, Alan Irvine, via smartphone, seguendo la sfida contro il Wolverhamp­ton davanti alla television­e.

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Dominic Calvert-Lewin, 23 anni, 4 gol segnati finora, e Carlo Ancelotti (61), il bracco e la mente del nuovo Everton
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