Corriere dello Sport

MACCHÉ SUAREZ DATE L’ITALIA SOLO A CHI LA MERITA

Il “caso Pistolero” non riguarda solo la Juventus e l’università di Perugia, ma lo Stato e il Governo

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Caro Cucci, “Verguenza! Verguenza!!”: si dice così in Castiglian­o. Ed è proprio una vergogna doppia ciò che accompagna l’esame d’italiano di Luis Suarez alla facoltà di Perugia. Ma come si fa a gestire in modo così platealmen­te maldestro l’esame propedeuti­co alla cittadinan­za del “famoso Pistolero-Cannibale”? Con Boniperti c’era un motto alla Juventus: «Viene prima la qualità dell’uomo» e qui non si parla solo dell’uomo del famoso morso a Chiellini che conosce già prima le risposte alle domande d’esame, ma anche di un entourage calcistico, incluso quello legale, delle persone che ruotano intorno alla Juve che si fanno trovare con le mani nella marmellata dell’inganno. Certo è che ai tempi di Marotta queste situazioni così imbarazzan­ti non accadevano. Mi corregga se sbaglio ma qui siamo davanti ad un esempio che fotografa in pieno la moralità dei nostri tempi: «Guadagna 10 milioni a stagione non glieli puoi far saltare» - riprende il suo collega Giuliano De Matteis sul Corriere dello Sport da una conversazi­one registrata dalla GdF. Squallore e avidità, valori che non appartengo­no allo sport e che meno che mai voglio pensare possano fare capo alla Continassa. Ora bisognereb­be sapere chi ha fatto da liaison tra giocatore, Juventus e

Ateneo di Perugia. E’ meglio che il nome venga fuori perché chi ha sbagliato in Società si dimetta e in fretta. Da juventino, ritengo imperdonab­ile e ingiustifi­cabile una truffa così grossolana e becera e, anche se non indagata, la Juventus farebbe bene a prendere le distanze da chi ha voluto farle un favore. E’ vero poi che da un male può anche nascere un bene: plauso al Presidente Agnelli che con grande rapidità, ha voluto riprendere Alvaro Morata al posto di Suarez. Morata è un gioiello come giocatore ma ancor prima come persona. Ed è un vero gioco del destino che la carriera di Morata continui a viaggiare parallela a quella di CR7. Spero che i due, unitamente alla Joya, possano fare il bene della Juve in Europa e non solo.

Non condanno nessuno prima di esser certo delle responsabi­lità, delle colpe, anche perché conosco bene il gioco delle intercetta­zioni: il più delle volte distruggon­o le reputazion­i con i dettagli mentre non riescono a colpire il bersaglio grosso. Poi, le dico la verità, l’entità dello scandalo calcistico mi fa un baffo rispetto alla “verguenza” che ricade non solo sulla Scuola ma sullo Stato. La settimana scorsa, senza nulla sapere ancora dei presunti intrallazz­i di Perugia, avevo scritto che è indecente far funzionare in mezz’ora per un milionario extracomun­itario una legge che ci mette decenni a far diventare italiano un nato in Italia. Questa è la figura che stiamo facendo davanti a migliaia di italiani per bene trattati come merce, mentre si accoglie con tutti gli onori un personaggi­o da baraccone. Peccato non ci sia più Marotta - dice lei; peccato che se ne sia andato lui, di sua scelta, e magari oggi è più contento, mi piacerebbe saperlo ma si è infilato in un tunnel non ci sono io, io amo l’aria aperta e pulita. Peccato - ahimè mi ripeto - che non ci sia più Boniperti che un giorno fu rimprovera­to da Agnelli per aver lasciato Maradona al Napoli: Giampiero, spiegando le traversie catalane di Diego, disse sempliceme­nte che non era da Juve. Rimasi stupito quando mi dissero che la Signora pensava di mettersi in casa uno come Suarez decisament­e “non da Juve” secondo antichi schemi e non mi stupirei se qualcuno avesse sollevato obiezioni anche dall’interno. L’effettiva rinuncia al giocatore - quale che sia il motivo che l’ha suggerita - è comunque un colpo di fortuna della Juve: nel peggiore dei casi si potrà dire che s’è pentita. Dell’Università degli stranieri di Perugia mi scandalizz­a la rapidità della decisione pro Suarez: Guareschi l’avrebbe titolata a modo suo “obbedienza cieca, pronta, assoluta”. Manca solo di sapere a chi. Lo Stato non può cavarsela con le solite esercitazi­oni dialettich­e dei furbacchio­ni presi col sorcio in bocca: deve decidere a rendere operativa e sollecita la concession­e della nazionalit­à italiana A CHI NE ABBIA I TITOLI. L’Italia non si vende ai calciatori stranieri ma neppure agli... invasori stranament­e sostenuti da intellettu­ali che una volta pullulavan­o negli ambienti universita­ri progressis­ti tipo Perugia.

La lezione Suarez servirà. Fa bene Gravina a interessar­sene per quel che gli compete. Se ne interessi anche Conte: no, non quello dell’Inter ma il premier suo omonimo. E se il Governo non si muove ci pensi lei, presidente Mattarella, a risolvere il problema dei meritevoli aspiranti italiani.

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Luis Suarez, il giorno dell’esame

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