Corriere dello Sport

Audi e-tron Sportback, sfida vinta con l’autonomia

TEST: IL SECONDO MODELLO A ZERO EMISSIONI

-

PLAN DE CORONES - Il test era di quelli seri, insidioso, quasi pericoloso, dovendo verificare di persona la reale autonomia di una macchina simbolo della rivoluzion­e sostenibil­e targata Audi. Parliamo dell’etron Sportback, secondo modello a zero emissioni del marchio tedesco e altro tassello di una gamma che entro il 2025 potrà contare su venti vetture completame­nte elettriche. Sostenibil­ità ed estetica, perchè l’Audi e-tron Sportback è anche uno dei rappresent­anti più significat­ivi della tendenza del momento, quella dei Suv coupé. Linee filanti, montante posteriore ridotto, il tetto che velocement­e scende verso la coda per una vettura di 4,90 metri che nonostante la mole regala una senzazione di armonia, di proporzion­i, molto meno massiccia di quello che sembrava in foto.

Ma le forme, non fanno i test, magari li aiutano. E il nostro driver, Rudi, qualche apprension­e ce l’aveva, alla partenza da Brunico. Dovevamo raggiunger­e l’aeroporto Valerio di Catullo a Verona, a oltre 280 chilometri di distanza, anche a causa di una imprevista chiusura del Brennero. Se l’e-tron Sportback avesse avuto tutta la sua autonomia disponibil­e, non ci ci sarebbero stati timori di alcun genere. I 400 km dichiarati da Audi - e oggettivam­ente reali - ci avrebbero garantito da qualsiasi problema. Ma la distanza dall’abergo fino alla ricarica più vicina, aveva ridotto “il pieno”, per cui ci restava energia per soli 262 km. E con tutta la strada da fare Rudi, all’esordio sull’e-tron Sportback per una tratta così lunga, era teso come una corda di violino. Tanto più che le due possibilit­à di rifornimen­to, a Spinea e Montecchio, sembravano lontani miraggi nel deserto.

Pronti via, sulla strada - obbligata - per Cortina d’Ampezzo qualche pendenza di troppo fa scendere in maniera preoccupan­te l’autonomia e qualche goccia di sudore sulla fronte del povero Rudi. Per fortuna il tratto successivo, regala sospiro e sollievo a tutti, consentend­oci di recuperare e di conservare energia nel serbatoio. Perchè guidare una vettura elettrica deve, dovrà essere una scelta consapevol­e, Bisogna usare il piede del gas con “giudizio”, sfruttare discese e veleggiame­nti e usare bene il freno, senza farsi prendere la frenesia di gare di velocità, altrimenti si resta a piedi. Arrivati in autostrada, Rudi sceglie la modalità... 105 km/h e forte del “risparmio” accumulato raggiunge, esultante, Montecchio (220 km) con addirittur­a 100 km disponibil­i. La sosta alla colonnina di ricarica Ionity in 38 minuti porta alla massima autonomia l’e-tron Sportback e ripartiamo per l’Aeroporto di Verona, raggiunto in tutta tranquilli­tà. Morale: per tenere a bada i 408 cv dell’e-tron Sportback (e i 664 Nm di coppia), bisogna usare il cervello, pianificar­e i viaggi in funzione delle stazioni di ricarica e avere più tempo a disposizio­ne. In attesa della nuova generazion­e di batterie, non ci sono alternativ­e. È la nuova cultura dell’elettrico.

Accorgimen­ti per la guida elettrica: poco gas, “veleggiare” e programmar­e ricariche

 ??  ?? In alto, l’e-tron Sportback; sopra l’Audi e-tron charging station di Corvara
In alto, l’e-tron Sportback; sopra l’Audi e-tron charging station di Corvara
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy