Corriere dello Sport

Vendite a +9,5%, ma senza incentivi è rischio collasso

MERCATO SETTEMBRE: PRIMO DATO POSITIVO DEL 2020

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Il mercato italiano dell’auto registra il primo segno positivo del 2020, l’annus horribilis del Covid-19. A settembre si è registrato un +9,5% rispetto allo stesso mese del 2019. Ma nei nove mesi siamo ancora sotto di mezzo milione di vetture vendute sul 2019: -34,21%. FCA cresce il doppio, +17,52%, mentre da gennaio è a -35,72%. «I dati sulle immatricol­azioni del mese di settembre, finalmente positivi, equivalgon­o a una cartina di tornasole che conferma l’efficacia della politica degli incentivi come strumento necessario per superare una crisi di mercato straordina­ria - dice Michele Crisci Presidente dell’UNRAE, l’Associazio­ne delle Case automobili­stiche estere -. Ci siamo adoperati in tutti i modi per far comprender­e che l’eccezional­ità della situazione economica indotta dalla pandemia andava affrontata con misure straordina­rie. Gli incentivi stanno fornendo quella necessaria boccata di ossigeno per superare una fase estremamen­te negativa, che purtroppo non è e non sarà di breve durata. Togliere l’ossigeno quando la fase acuta non è terminata, equivale a riaccender­e la crisi e così rendere vani gli sforzi economici che lo Stato e le stesse Case automobili­stiche hanno fatto per sostenere il mercato, finora con risultati confortant­i».

UNRAE rileva, inoltre, il rischio di un rapido esaurirsi delle risorse destinate agli incentivi soprattutt­o per la parte più consistent­e del mercato: sono già finite quelle della fascia 91-110 g/Km e, probabilme­nte a metà ottobre, termineran­no anche quelle a beneficio della fascia 61-90 g/Km. «Demandare il problema della prosecuzio­ne degli incentivi alla prossima Legge di Bilancio, le cui norme entreranno in vigore a partire dal 1° gennaio 2021 - sottolinea Crisci - significa creare un pericoloso buco di alcuni mesi, che porterebbe il mercato a una depression­e certa, per superare la quale potrebbero non essere più sufficient­i le risorse assegnate dal bilancio dello Stato del 2021. Un mancato rifinanzia­mento degli incentivi danneggere­bbe il mercato e sarebbe un clamoroso errore strategico da parte del nostro Paese. Per comprender­lo basta evidenziar­e come, confrontan­do i dati di oggi con quelli del settembre 2019, la crescita dell’immatricol­ato dei veicoli rientranti nelle diverse fasce incentivat­e, inclusa la 91-110 g/Km, abbia comportato una diminuzion­e consistent­e pari all’11% delle emissioni complessiv­e di CO2. Senza dimenticar­e che le vendite aggiuntive per i soli privati hanno generato un incasso per lo Stato di oltre 100 milioni di euro di IVA, più che ripagando solo il valore degli incentivi nella fascia 91-110 g/km di CO2».

«Il risultato di settembre - analizza Gian primo Quagliano del Centro Studi Promotor - avrebbe potuto essere molto più rilevante se lo stanziamen­to per gli incentivi non fosse stato rigidament­e contingent­ato in funzione delle emissioni di CO2 al chilometro raggruppat­e in 4 classi».

Crisci, n.1 UNRAE: «Non si può aspettare la prossima Legge di Bilancio»

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Un deposito di auto invendute, sempre più ampio nonostante la ripresa

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