CHIESA AL PALO L’ULTIMA È NERA
L’esperienza in viola potrebbe essersi conclusa con un ko Capitano, ma senza la fascia dedicata ad Astori. Un “consiglio” degli ultras...
Capitano nella notte in cui mancano Ribery e Pezzella (entrambi in tribuna per acciacchi), ma senza la fascia simbolo di Firenze, quella coi colori della città, i simboli dei quartieri del Calcio Storico e le iniziali di Davide Astori. Federico Chiesa, in quella che potrebbe essere stata la sua ultima partita con la maglia viola addosso, stretta al suo braccio, aveva quella istituzionale della Lega Calcio di Serie A. Gli ultrà, che nel pomeriggio avevano salutato la partenza della squadra dalla sede del ritiro verso lo stadio con cori e fumogeni, lo hanno in qualche modo “suggerito”, nelle ore in cui continua il lavoro della Juventus per creare le condizioni per accogliere il figlio d’arte nella propria rosa. Nessuna posizione ufficiale in merito, invece, da parte della Fiorentina.
PALO INTERNO. Federico (che mercoledì potrebbe ripresentarsi a Firenze, con la maglia della Nizonale, già da ex) è rimasto concentrato, vedendo le residue speranze di riacciuffare il pari schiantarsi sul palo, incassando il secondo ko di fila della stagione. Lui che nelle due partite precedenti aveva messo lo zampino su due reti, un assist col Torino per il gol-partita di Castrovilli e il centro a San Siro con l’Inter, poi rimontato. Ha continuato a correre sulla sua fascia, regalando anche giochi di prestigio. Tre i tiri respinti da Audero, più uno deviato in angolo da Yoshida, in avvio di ripresa, dopo uno scambio con Vlahovic. Comunque
ci ha provato, anche con la Fiorentina nuovamente in svantaggio, provando a capitalizzare una disattenzione della difesa della Samp, ma senza incidere nel controllo. I mille del Franchi, per la prima volta sugli spalti nel post lockdown (l’ultima, col Milan, il 22 febbraio erano quasi 40 mila), si sono concentrati a sostenere il gruppo, fino al legno del figlio d’arte, arrivato sul gong. I presenti, uscendo sconsolati dall’impianto, si sono concentrati soprattutto sull’assenza, pesantissima, di Ribery e su una constatazione: «Più che lo stadio ci vogliono i giocatori».
ANTOGNONI. Prima del fischio d’inizio, di Chiesa aveva parlato il club manager viola, Giancarlo Antognoni: «Federico in questo momento è un giocatore della Fiorentina, vedremo cosa succederà in questi ultimi tre giorni. E’ un professionista che noi abbiamo “adottato”: ci auguriamo possa restare perché è un elemento determinante, hanno visto tutti la sua professionalità e l’attaccamento alla squadra. La fascia di capitano? Lo è stato già in altre occasioni (7 in 153 presenze in tutte le competizioni, ndr), non è una novità». Quanto al possibile trasferimento in bianconero, la bandiera viola ha concluso: «Come reagirebbero i tifosi se andasse alla Juve? E' sempre particolare, anche se in questi anni ci sono stati anche trasferimenti al contrario, con bianconeri che sono venuti a Firenze. Rispetto ai miei tempi il calcio è cambiato, capisco che i giocatori vogliano fare il grande salto. E Federico ha dimostrato che questo salto lo può fare, davanti a certe offerte non è facile restare indifferenti».