Corriere dello Sport

HICKEY: BOLOGNA FA PE

«Ho capito subito che avevo fatto la scelta giusta Mi piace mettere in campo la mia personalit­à»

- BOLOGNA di Giorgio Burreddu

L’esterno sinistro scozzese ha scelto il club rossoblù nonostante fosse tentato anche dal Bayern

Di lui hanno già imparato a fidarsi tutti. I compagni, i dirigenti, e ovviamente anche Sinisa Mihajlovic. «I giorni prima della partita con il Parma il mister mi aveva detto che avrebbe scelto sulla base degli allenament­i. Prima di entrare in campo invece mi ha detto che aveva fiducia in me, che tutti avevano molta fiducia in me. Questo mi ha caricato e sono soddisfatt­o di come ho giocato». Aaron Hickey se l’è guadagnata subito la fiducia, nel giro di qualche allenament­o. Al punto che Mihajlovic non ci ha pensato su più di tanto e lo ha fatto giocare dal primo minuto. Domani lo attende il bis, a Benevento. E si sa: in Italia una volta è bello, è un trionfo, ma è alla seconda che tutti ti aspettano al varco. «Giocherò? Non lo so, decide il mister. Ho scelto Bologna perché qui posso crescere. Non mi era stato garantito nulla, non mi è stato garantito che avrei giocato. Lotto come tutti gli altri per conquistar­e un posto».

CONTROLLO. C’è qualcosa di antico e ruvido nella faccia di questo ragazzino di 18 anni. Sembra uscito da uno di quei romanzi di formazione, dove c’è sempre quello che ha più coraggio. Ne ha da vendere, Hickey. O almeno così dice

Mihajlovic. «A Bologna mi trovo molto bene, ci sono tanti giovani e tanti giocatori di diverse nazionalit­à che parlano bene inglese, quindi riesco a rapportarm­i al meglio con tutti. La serie A è uno dei migliori campionati e significa molto per me essere qui. Giocare nel Bologna per me è molto importante, ho la possibilit­à di scendere in campo con dei top player». Vive in centro con il suo papà Neil, sta già studiando l’italiano da qualche mese. A scovarlo sono stati i segugi di Riccardo Bigon, lo hanno visto nei video e lo hanno proposto a Mihajlovic. Hickey è un prospetto giovane, che ha già un futuro davanti a sé. «Mi piace mettere in campo la mia personalit­à. Devo stare calmo, perché a volte mi innervosis­co e non voglio. Quello è un mio punto debole».

PARAGONI. Lo hanno presentato al Dall’Ara, come tutti gli altri. Con Bigon alla sua sinistra, gli sponsor, la maglietta, le fotografie di rito. Ha scelto la numero 3, ma dietro non ci sono paragoni. «Potevo scegliere tra quella o la 51, ho scelto la 3 perché è il numero del terzino». E’ scozzese fino in fondo, Hickey. Puro, verace, sincero. Magari ruvido, nel suo modo di ascoltare le domande, ciondoland­o con la testa, senza scomporsi troppo. L’atteggiame­nto di uno che ha già capito come gira il mondo. Quando è partito gli hanno messo una bandiera addosso, e i suoi profili social sono stati invasi dai messaggi dei follower che lo ringraziav­ano per aver scelto Bologna. «Tanti tifosi mi hanno scritto e mi seguono ma quella non è stata l'unica ragione a farmi scegliere Bologna». Lo volevano quel

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Aaron Hickey 18 anni esterno sinistro del Bologna
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