«BIELSA SUPER» «PEP, SEI UNICO»
Guardiola: «È più bravo di me» Marcelo: «Lui crea come nessuno»
Il suo mentore è stato Johan Cruyff. Ma Marcelo Bielsa, nel pantheon calcistico di Pep Guardiola, mantiene un posto speciale. Distinto e distante da tutti gli altri. Un esempio al quale ispirarsi, dentro e fuori dal campo. Non è un caso che il manager del Manchester City, quando ancora non era sicuro sul suo futuro, pochi mesi dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, aveva infine deciso di diventare un allenatore dopo aver trascorso tre giorni in compagnia proprio del "Loco". Che gli ha mostrato un aspetto inedito, unico della professione. Oggi i due si ritrovano contro, da avversari in Premier League. Così la vigilia della sfida di Elland Road si è trasformata in un profluvio di complimenti, attestati di stima, dichiarazioni di ammirazione. Se il Leeds è reduce da due vittorie di fila, i Citizens sono a caccia del riscatto dopo la batosta casalinga subita contro il Leicester. Ma per una volta la partita è passata in secondo piano nelle domande dei cronisti. «Bielsa è senza dubbio la persona che più stimo nel mondo del calcio - ha cominciato Guardiola - è unico, nessuno lo può imitare. E’ una fonte inesauribile di ispirazione per me. Ho vinto più titoli, ma come allenatore sono ancora parecchio indietro rispetto a lui». Quasi una venerazione, quella del catalano: «Penso che Bielsa sia il manager più autentico che ci sia nel modo in cui guida le sue squadre. E’ unico, soprattutto per come si comporta fuori dal campo. Cruyff mi ha condizionato più di chiunque altro perché sono stato quattro anni con lui, ma Bielsa è la persona che ammiro di più nel mondo del calcio». A prescindere dai campionati vinti, dai riconoscimenti personali. «Non giudico i manager dai titoli vinti, personalmente mi sento ancora parecchio indietro rispetto alla conoscenza del calcio di Bielsa. E’ un regalo per tutta la Premier averlo con noi». Non si è fatta attendere la replica, altrettanto ammirata, del tecnico argentino, che ha respinto con la consueta modestia qualsiasi influenza su Guardiola. «Non mi sento il suo mentore, non è una sensazione ma un fatto. Se c’è un allenatore con idee indipendenti, alternative, è lui. E la prova è che nessuna squadra riesce a giocare come le sue. Ha un’immaginazione unica. Sa creare soluzioni istantanee a problemi che vede in anticipo». Fino all’ultimo complimento: «La maggioranza degli allenatori ha bisogno degli automatismi perché non sa immaginare il calcio in un’altra maniera. Guardiola lo immagina come nessun altro».
Una sfida particolare quella di oggi tra Leeds e City: di fronte due tecnici che si ammirano (e non lo nascondono)