Corriere dello Sport

Sinner e Sonego show

I due azzurri già agli ottavi Travaglia cede a Nadal in 3 set Cecchinato ko

- Di Alessandro Mastroluca

Jannik agli ottavi assieme a Sonego: se ci arriva anche Berrettini, l’Italia firma un tris che manca dal 1968

Ovinci, o impari. Jannik Sinner è cresciuto con questa lezione, l’ha fatta sua. E fa apparire normale battere 6-3 7-5 7-5 il numero 99 del mondo, Federico Coria, recuperare da 2-5 nel terzo e garantire all’Italia due presenze negli ottavi di uno Slam per l’ottava volta nell’era Open. Se all’altoatesin­o e a Lorenzo Sonego dovesse aggiungers­i Matteo Berrettini, impegnato contro l’abbordabil­e tedesco Altmaier, l’Italia firmerebbe un tris senza precedenti a questo livello dal 1968.

Coria, entrato da poco a ventotto anni tra i primi cento del mondo, ha sofferto a lungo l’essere fratello di Guillermo, tra i più forti tennisti argentini degli anni Duemila. I continui paragoni lo avevano spinto ad abbandonar­e il tennis verso i sedici anni. Con il tempo e una diversa maturità ha sviluppato un buon rovescio e un tennis solido da fondo.

PIÙ MOTIVAZION­E. Ma l’azzurro, il più giovane top 100 in classifica, tira più forte e cambia direzione in lungolinea meglio di lui. «Dopo la sospension­e per pioggia, il campo era ancora più lento e le palline erano diventate più pesanti, perciò dovevo colpire con grande motivazion­e», ha detto Sinner dopo il match.

Felice della sua prestazion­e, conosce il suo obiettivo e ha chiara la visione del percorso. «Devo migliorare ogni colpo e replicare in partita quel che provo in allenament­o» ha aggiunto Sinner che ha chiuso con 44 colpi vincenti. «Provo sempre a spingere ma oggi non era facile – ha aggiunto – perciò dovevo farlo muovere e venire di più a rete, che è l’aspetto su cui devo migliorare di più».

KO CECCHINATO. Incerto su quali condizioni ci saranno e non potrebbe essere altrimenti visto il meteo ballerino di Parigi, Sinner incontrerà per la prima volta in carriera Alexander Zverev. L’azzurro, che ha ottime possibilit­à di salire in classifica tra i primi 60 del mondo alla fine del torneo, cercherà la terza vittoria in cinque sfide nel circuito maggiore contro un top 10.

Non ci sarà, dunque, il derby azzurro da sogno perché il tedesco, numero sette del ranking, ha eliminato Marco Cecchinato 6-1 7-5 6-3. Il siciliano, numero 110 del mondo, ha vinto appena il 58 per cento di punti quando ha servito la prima.

Dopo un primo set senza storia, nel secondo ha servito sul 5-4 ma non è riuscito a chiudere. Lì la partita avrebbe anche potuto cambiare. Al quinto Roland Garros, il fresco finalista dello US Open ha raggiunto i quarti per la terza volta. Funziona la scelta di David Ferrer come coach. Lo spagnolo, ex top 5 e finalista Slam, aveva già creato un buon rapporto con Zverev prima di abbandonar­e il circuito. Il suo carisma sembra tranquilli­zzare il tedesco, i cui risultati nei grandi tornei stanno migliorand­o.

TRAVAGLIA. Si è rivelata impossibil­e come da pronostico la missione di Stefano Travaglia. Per la prima volta al terzo turno di uno Slam, ha vinto cinque game contro Rafa Nadal, che si è imposto 6-1 6-4 6-0. Dodici volte campione del Roland Garros, qui il maiorchino ha perso solo due volte in 98 partite, contro Robin Soderling nell’ottavo di finale del 2009 e Novak Djokovic nei quarti del 2015.

«Travaglia stava giocando molto bene di recente» ha detto Nadal, che ha ceduto appena diciannove game nei primi tre turni. «Sono andato in campo con il massimo rispetto, con l’obiettivo di fare il massimo. Ha giocato un ottimo secondo set, è rimasto attaccato alla partita. Non sento di essere stato così dominante come dice il punteggio. Ogni partita è una sfida». Ma qui finora le ha vinte quasi tutte lui.

Cecchinato falloso sulle prime di servizio. Nadal lascia 5 game a Travaglia

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