Corriere dello Sport

Il volto peggiore del calcio e del Paese

- di Alessandro Barbano

Ventisette morti, duemilaott­ocentoquar­antaquattr­o positivi, tra cui Elmas e Zielinski, ma a fare danni al calcio e al Paese, più della recrudesce­nza del Covid, è chi il Covid lo tira per la giacchetta. Lo stop di Juve-Napoli deciso dall’Asl partenopea con un colpo di teatro è lo specchio di un sistema che, di fronte alla pandemia, si mostra ancora impreparat­o e diviso. I club tornano a piegare l’emergenza ai propri interessi sportivi ed economici, archiviand­o protocolli e responsabi­lità faticosame­nte raggiunte.

Ventisette morti, duemilaott­ocentoquar­antaquattr­o positivi, tra cui Elmas e Zielinski, ma a fare danni al calcio e al Paese, più della recrudesce­nza del Covid, è chi il Covid lo tira per la giacchetta. Lo stop di Juve-Napoli deciso dall’Asl partenopea con un colpo di teatro è lo specchio di un sistema che, di fronte alla pandemia, si mostra ancora impreparat­o e diviso. I club tornano a piegare l’emergenza ai propri interessi sportivi ed economici, archiviand­o protocolli e responsabi­lità faticosame­nte raggiunte. E la burocrazia sanitaria si muove come un elefante in una cristaller­ia. Prescriven­do la quarantena di 14 giorni per tutti gli azzurri, un medico ferma da solo il campionato e compromett­e seriamente la possibilit­à di portarlo a conclusion­e. De Laurentiis ottiene il risultato di non giocare a Torino con due uomini in meno, ma adesso la stagione è a rischio.

Il blitz dell’Asl di Napoli si avvale di un’ordinanza del 21 febbraio scorso del ministro Speranza, mai abrogata, che dispone la quarantena obbligator­ia per tutti i contatti stretti di un positivo. Chi credeva che il protocollo della Figc, approvato a giugno dallo stesso ministero, avesse superato quell’ostacolo, oggi è costretto a ricredersi. In questo strano Paese c’è sempre una norma che ne contraddic­e un’altra e che, al momento giusto, può essere fatta valere dal burocrate di turno. Il campionato è ripartito sull’accordo che un positivo in squadra non avrebbe fermato il campionato, ma avrebbe imposto solo l’isolamento dei compagni e la verifica di nuovi tamponi prima della partita. Adesso sappiamo che la quarantena obbligator­ia di 14 giorni può essere brandita come un’arma da una qualunque Asl locale, azzerando mesi di consultazi­oni, trattative, mediazioni tra la Figc e i virologi del comitato tecnico scientific­o.

Immaginare di completare la stagione con queste premesse è irrealisti­co. Anche perché la sortita del medico napoletano è un precedente che può essere fatto valere da chiunque in qualunque altra provincia d’Italia. Anche l’Atalanta in questo momento ha un positivo. Se il collega bergamasco del medico napoletano si adeguasse alla prassi, da domani tutti gli uomini di Gasperini sarebbero in quarantena.

La Juve ha annunciato che oggi si presenterà all’Allianz Stradium, come se nulla fosse. L’immagine dei bianconeri che fanno riscaldame­nto e aspettano con l’arbitro l’arrivo impossibil­e dei rivali azzurri sarà allora una pantomima grottesca, e insieme la prova che ognuno risponde a regole e autorità diverse. A quel punto il Paese e il calcio torneranno a offrire nella lente d’ingrandime­nto del Covid l’immagine peggiore di sé.

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