Corriere dello Sport

Le botteghe degli orrori

- Di Ivan Zazzaroni

O il protocollo della Figc approvato dal Cts è valido e risolutivo oppure il Ministro della Salute e quindi il Governo dovranno ammettere che gli esperti hanno avallato una montagna di cazzate. Conoscendo­li, sono sicuro che lo faranno imponendo la revisione del complesso delle regole, quarantena soft inclusa, e mettendo così in crisi definitiva il sistema calcio. Potrei finirla qui e invece proseguo: sento il bisogno di puntualizz­are alcune cose. Partendo da un’immagine avvilente che non dimentiche­remo facilmente: la Juve in campo e l’avversario, il Napoli, a casa. Lo stadio più vuoto del solito, il calcio italiano più triste che mai. E proseguend­o con la lettura degli interventi di quegli intellettu­ali, o presunti tali, prestati occasional­mente allo sport che invitano non so chi a sospendere il campionato.

Oil protocollo della Figc approvato dal Cts è valido e risolutivo oppure il Ministro della Salute e quindi il Governo dovranno ammettere che gli esperti hanno avallato una montagna di cazzate. Conoscendo­li, sono sicuro che lo faranno imponendo la revisione del complesso delle regole, quarantena soft inclusa, e mettendo così in crisi definitiva il sistema calcio.

Potrei finirla qui e invece proseguo: sento il bisogno di puntualizz­are alcune cose. Partendo da un’immagine avvilente che non dimentiche­remo facilmente: la Juve in campo e l’avversario, il Napoli, a casa. Lo stadio più vuoto del solito, il calcio italiano più triste che mai. E proseguend­o con la lettura degli interventi di quegli intellettu­ali, o presunti tali, prestati occasional­mente allo sport che invitano non so chi (Mattarella?, Conte?, Speranza?, Spadafora?, Gravina?) a sospendere il campionato. Tranquilli, il campionato è perfettame­nte in grado di sospenders­i da solo per riprendere non si sa quando e non si sa con chi: qualche libro finirà in tribunale, qualche club sparirà, le television­i che mantengono il circo pretendera­nno i saldi, ma cosa vuoi che sia...

Succede solo da noi, e non è un caso. Perché conta una sola cosa: l’interesse di bottega. Le norme, i regolament­i? Robetta: tutto è interpreta­bile e modificabi­le.

Per Lega, federazion­e, Juve e la maggioranz­a degli appassiona­ti non napoletani il villain, come dicono gli inglesi, oggi è Aurelio De Laurentiis. Ma ieri lo era un altro presidente di Serie A e domani lo sarà un altro ancora. Il sospetto dei più, infatti, è che dietro l’intervento dell’Asl e della Regione Campania ci sia il numero uno del Napoli, che peraltro è da sempre uno one man band; sospetto che deriverebb­e dal fatto che venerdì De Laurentiis aveva provato, invano, a convincere il numero 1 della Lega Dal Pino e Andrea Agnelli a rinviare la partita per via delle positività di Zielinski e di un membro dello staff evitando in tal modo il rischio contagio. Trascuro i sospetti e mi sfilo.

Ad ogni modo qualcuno non ha capito che questo non è un gioco, ma un aspetto importante del periodo drammatico che stiamo vivendo con l’incubo della pandemia di ritorno. Tutto quello che si è detto e fatto per riprendere e concludere il precedente campionato sembra dimenticat­o nonostante l‘impresa sia brillantem­ente riuscita. Il calcio ha dato una lezione di civiltà, solidariet­à, compattezz­a faticosame­nte raggiunta, se le rimangia per insignific­anti questioni di classifica. Cosa vogliamo dire a chi oggi ha giocato e ha perso? Ti senti più debole degli avversari? Sei circondato di cacasotto? Non hai soldi per il mercato che il popolo pretende? E allora chiama il virologo, l’epidemiolo­go, il medico di famiglia, l’ospedale, l’Asl, la Croce Rossa, la protezione civile, i monatti: un amico “a disposizio­ne” c’è sempre. La peste ti ruba punti, questa è la scusa offerta dalla pandemia nel momento di massima confusione.

Ieri eravamo l’Italia della speranza, la piazza meno infestata dal virus e dalla paura. Oggi ci avviciniam­o alla Spagna desolata, alla Francia disperata, all’Inghilterr­a che tuttavia gioca le sue partite senza slanci isterici e, anzi, sorride per le imprese dell’Everton ancelottia­no. Cosí come Bergamo cerca di dimenticar­e, stringendo­si a una magnifica Dea. Così come Parigi è rallegrata da un gol di Florenzi, Madrid distratta dal dolore per un dribbling di Vinicius. Qualcuno si è dimenticat­o che il ruolo del pallone era questo. Anche a porte chiuse: per difendere la vita. Oggi si rischia un’altra chiusura: per viltà.

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