Le botteghe degli orrori
O il protocollo della Figc approvato dal Cts è valido e risolutivo oppure il Ministro della Salute e quindi il Governo dovranno ammettere che gli esperti hanno avallato una montagna di cazzate. Conoscendoli, sono sicuro che lo faranno imponendo la revisione del complesso delle regole, quarantena soft inclusa, e mettendo così in crisi definitiva il sistema calcio. Potrei finirla qui e invece proseguo: sento il bisogno di puntualizzare alcune cose. Partendo da un’immagine avvilente che non dimenticheremo facilmente: la Juve in campo e l’avversario, il Napoli, a casa. Lo stadio più vuoto del solito, il calcio italiano più triste che mai. E proseguendo con la lettura degli interventi di quegli intellettuali, o presunti tali, prestati occasionalmente allo sport che invitano non so chi a sospendere il campionato.
Oil protocollo della Figc approvato dal Cts è valido e risolutivo oppure il Ministro della Salute e quindi il Governo dovranno ammettere che gli esperti hanno avallato una montagna di cazzate. Conoscendoli, sono sicuro che lo faranno imponendo la revisione del complesso delle regole, quarantena soft inclusa, e mettendo così in crisi definitiva il sistema calcio.
Potrei finirla qui e invece proseguo: sento il bisogno di puntualizzare alcune cose. Partendo da un’immagine avvilente che non dimenticheremo facilmente: la Juve in campo e l’avversario, il Napoli, a casa. Lo stadio più vuoto del solito, il calcio italiano più triste che mai. E proseguendo con la lettura degli interventi di quegli intellettuali, o presunti tali, prestati occasionalmente allo sport che invitano non so chi (Mattarella?, Conte?, Speranza?, Spadafora?, Gravina?) a sospendere il campionato. Tranquilli, il campionato è perfettamente in grado di sospendersi da solo per riprendere non si sa quando e non si sa con chi: qualche libro finirà in tribunale, qualche club sparirà, le televisioni che mantengono il circo pretenderanno i saldi, ma cosa vuoi che sia...
Succede solo da noi, e non è un caso. Perché conta una sola cosa: l’interesse di bottega. Le norme, i regolamenti? Robetta: tutto è interpretabile e modificabile.
Per Lega, federazione, Juve e la maggioranza degli appassionati non napoletani il villain, come dicono gli inglesi, oggi è Aurelio De Laurentiis. Ma ieri lo era un altro presidente di Serie A e domani lo sarà un altro ancora. Il sospetto dei più, infatti, è che dietro l’intervento dell’Asl e della Regione Campania ci sia il numero uno del Napoli, che peraltro è da sempre uno one man band; sospetto che deriverebbe dal fatto che venerdì De Laurentiis aveva provato, invano, a convincere il numero 1 della Lega Dal Pino e Andrea Agnelli a rinviare la partita per via delle positività di Zielinski e di un membro dello staff evitando in tal modo il rischio contagio. Trascuro i sospetti e mi sfilo.
Ad ogni modo qualcuno non ha capito che questo non è un gioco, ma un aspetto importante del periodo drammatico che stiamo vivendo con l’incubo della pandemia di ritorno. Tutto quello che si è detto e fatto per riprendere e concludere il precedente campionato sembra dimenticato nonostante l‘impresa sia brillantemente riuscita. Il calcio ha dato una lezione di civiltà, solidarietà, compattezza faticosamente raggiunta, se le rimangia per insignificanti questioni di classifica. Cosa vogliamo dire a chi oggi ha giocato e ha perso? Ti senti più debole degli avversari? Sei circondato di cacasotto? Non hai soldi per il mercato che il popolo pretende? E allora chiama il virologo, l’epidemiologo, il medico di famiglia, l’ospedale, l’Asl, la Croce Rossa, la protezione civile, i monatti: un amico “a disposizione” c’è sempre. La peste ti ruba punti, questa è la scusa offerta dalla pandemia nel momento di massima confusione.
Ieri eravamo l’Italia della speranza, la piazza meno infestata dal virus e dalla paura. Oggi ci avviciniamo alla Spagna desolata, alla Francia disperata, all’Inghilterra che tuttavia gioca le sue partite senza slanci isterici e, anzi, sorride per le imprese dell’Everton ancelottiano. Cosí come Bergamo cerca di dimenticare, stringendosi a una magnifica Dea. Così come Parigi è rallegrata da un gol di Florenzi, Madrid distratta dal dolore per un dribbling di Vinicius. Qualcuno si è dimenticato che il ruolo del pallone era questo. Anche a porte chiuse: per difendere la vita. Oggi si rischia un’altra chiusura: per viltà.