Corriere dello Sport

Alaphilipp­e fa festa e Roglic gliela rovina

Crede di aver vinto ma non è così E poi la giuria lo arretra da 2º a 5º

- Di Alberto Dolfin

La maledizion­e della maglia iridata colpisce anche Julian Alaphilipp­e. Soltanto scomodando una delle leggende più famose del ciclismo si può provare a spiegare gli ultimi, pazzi metri della Liegi-Bastogne-Liegi del neo campione del mondo che sognava di trionfare subito con la nuova casacca e che, invece, ha dovuto assistere giù dal podio alla celebrazio­ne di un caparbio e sorprenden­te Primoz Roglic.

La giornata non era cominciata nel migliore dei modi per Alaphilipp­e, che era stato prima costretto a mettere piede a terra per una caduta di gruppo (in cui rimaneva coinvolto anche l’italiano Caruso, ritiratosi per un fastidio al polso) e poi a cambiare la nuova bici, arcobaleno per celebrare la recente impresa di Imola, e a farsi sistemare lo scarpino destro.

Eppure, nonostante i vari inconvenie­nti, era stato proprio l’asso francese della Deceuninck-Quick Step ad accendere la miccia sull’ultimo strappo, la Côte de la Roche-aux-Faucon, scattando come un falco. Rispetto al Mondiale però, riescono a tenere le sue ruote March Hirschi, vincitore della Freccia Vallone di mercoledì scorso e i due sloveni mattatori del Tour de France: Tadej Pogacar e Primoz Roglic.

VOLATA FOLLE. Il discorso per il successo sembra chiuso a questi quattro, nonostante le tirate di Mathieu Van der Poel nel primo gruppetto degli inseguitor­i. Dal drappello però si sgancia un altro sloveno, Matej Mohoric, che rientra sui quattro al comando e tira dritto ai -300 metri, facendo partire la volata. Alaphilipp­e si lancia alla sua ruota e parte con veemenza, pure troppa visto poi lo scarto verso sinistra che ostacola sia Hirschi sia Pogacar e che gli costerà la squalifica.

Ma lui ancora non lo sa, tira dritto e alza le braccia al cielo, mostrando i colori dell’arcobaleno ai quattro venti per la foto a lungo sognata. Peccato però che lo faccia con largo anticipo e che, alla sua destra, si infili Roglic, scaltro a crederci fino all’ultimo centimetro e a trovare il colpo di reni vincente. Lo sloveno della Jumbo Visma ha così legittimat­o quella vittoria che gli sarebbe stata comunque assegnata in pochi istanti dalla giuria e, due settimane dopo aver visto sfumare il Tour per mano del connaziona­le Pogacar, si è consolato conquistan­do la prima Monumento della sua carriera, partendo dalla più antica: la ruota ha girato.

Ordined’arrivo:1.Roglic(Slo)6h32’02”;

2. Hirschi (Svi) st; 3. Pogacar (Slo); 4. Mohoric (Slo); 5. Alaphilipp­e (Fra, declassato dal 2º p.); 6. Van der Poel (Ola) a 14”; 7. Woods (Can); 8. Benoot (Bel);

9. Barguil (Fra); 10. Kwiatkowsk­i; 31. DE MARCHI a 58”.

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ANSA Roglic (a sinistra) brucia Alaphilipp­e che ha già le braccia al cielo
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