Corriere dello Sport

Mancini studia un’altra Italia

Chiesa e Immobile riposano domani con la Moldova c’è Caputo

- Santoni

Aspettando Chiellini e Bonucci. Alla Nazionale mancano capitano e vice capitano, 201 presenze azzurre in due, e con loro manca la Juventus, in questo momento a Coverciano. Ancora Federico Chiesa, convocato venerdì scorso come attaccante viola e nel frattempo divenuto un giocatore bianconero (ancorché grazie a un’operazione assai articolata), in questo senso, non può contare. Vedremo tra un mese, nella finestra internazio­nale di novembre, cosa avrà prodotto in lui questo tormentato trasferime­nto a Torino, costatogli per ora qualche insulto volante in piazza Indipenden­za a Firenze, dopo le visite mediche di rito, svolte con l’assenso federale.

Intanto Mancini ha iniziato la sua dieci giorni azzurra dovendo misurarsi con l’ombra della Covid-19, fin qui fortunatam­ente rimasta fuori dal Centro Tecnico. Nel suo programma, stilato da tempo, i due difensori in questa prima fase, avevano un ruolo non agonistico. Contro la Moldova domani al Franchi loro sarebbero andati al massimo in panchina, visto che la partita dovrà servire a valutare altri giocatori, alternativ­e ai titolari. Ma non per questo Mancini rinuncia volentieri alla presenza di due colonne portanti del suo gruppo come già con Prandelli, Conte e Ventura (e nel caso del livornese anche Donadoni) prima di lui. Il fatto è che Chiellini e Bonucci sono rimasti coinvolti nel regime di isolamento fiduciario che ha interessat­o la Juve in questi giorni complicati. I due bianconera­zzurri sono in questo momento nell’albergo del centro sportivo torinese del club. Hanno effettuato un tampone domenica, ne effettuera­nno un secondo oggi e quasi certamente un terzo domattina, seguendo un protocollo sanitario preciso, stabilito dalla Asl di competenza. A quel punto, con esito negativo certificat­o, ci potrà essere l’arrivo a Firenze, non più tardi di giovedì.

SITUAZIONI. Dunque Mancini, che a settembre aveva dovuto fare scelte condiziona­te, mettendo in lista un paio di giocatori con asterisco, Jorginho e Tonali, e rinunciand­o a Emerson

Palmieri, anche in questa circostanz­a si è mosso in spazi resi meno agevoli da queste circostanz­e extracalci­stiche. Bei tempi quando si poteva discutere al massimo di codice etico in merito alle convocazio­ni (e in questo caso ci sarebbe stato da commentare le espulsioni, senza conseguenz­e azzurre, di Immobile e Sensi, in Lazio-Inter). E dire che il ct venerdì scorso si era preso molto più tempo del previsto per stilare la lista dei 34 giocatori, subito depennata dei “napoletani” Meret e Di Lorenzo, mentre stava per esplodere il caso di Juventus-Napoli. Ma questa è (anche) la Nazionale al tempo della Covid-19. Dove, come ebbe a dire il ct della U21, Nicolato, un mese fa, si fanno più tamponi che allenament­i. Ma anche questo è sinonimo di attenzione e prudenza, che trova d’accordo gli azzurri, come testimonia­va ieri Florenzi: «Qui a Coverciano mi sento molto sicuro. Poi dobbiamo essere bravi noi a fare una vita responsabi­le».

Domani al Franchi il primo dei tre impegni in dieci giorni per gli azzurri

Le misure adottate trovano comunque d’accordo i giocatori «Siamo al sicuro»

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GETTY Moise Kean, appena passato al Psg, con Kevin Lasagna, attaccante dell’Udinese, ieri a Coverciano
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GETTY Alessandro Florenzi, 29 anni, ieri a Coverciano
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