Corriere dello Sport

Attacco spuntato, Miha chiede più cattiveria

ANCHE COL BENEVENTO TANTO GIOCO E NESSUN GOL Il solo Palacio non può risolvere tutto (7 centri la scorsa stagione) Tocca a Barrow e Santander

- Di Giorgio Burreddu

Più cinici, più cattivi: Sinisa Mihajlovic li vuole così, in attacco li vuole spietati. Ma c’è ancora molto da fare, e si è visto contro il Benevento. Prima i numeri. Nell’ultima partita l’attacco del Bologna ha provato la conclusion­e 16 volte, in 7 ha centrato la porta, ma nessun gol è arrivato. «Se non fai gol è impossibil­e vincere le partite», ha detto Mihajlovic a fine partita. Più che un aforisma, quello del tecnico è sembrato un rimprovero. E nell’immediato post-gara aveva già strigliato Skov Olsen e Barrow, che al Vigorito - anche grazie alle parate superlativ­e di Montipò - non sono riusciti a trovare la rete. Mihajlovic lavorerà su questo, sull’aspetto della grinta, della voglia sotto porta, il tecnico serbo vuole i suoi giocatori più attenti, più concentrat­i, ma anche più coraggiosi, come ama spesso ripetere lui. Fattori decisivi per il Bologna, che dopo lo stop per via delle nazionali dovrà necessaria­mente cercare di migliorare l’aspetto offensivo. In principio il problema era il gol preso. Adesso anche l’attacco ha bisogno di essere supportato coi fatti. Mihajlovic si aspetta di più soprattutt­o da Barrow, che in termini di gioco è straordina­rio ma conta anche la finalizzaz­ione.

MORBIDO. Il Bologna è all’ottavo posto nella classifica dei tiri effettuati. Ne ha messi insieme 39, 20 in porta e il resto fuori. Il Sassuolo guida la classifica con 54. Poi ci sono Atalanta, Fiorentina, Inter, Milan, Roma e Sampdoria. E’ il segno che il Bologna di conclusion­i ne produce, anche più di squadre come Lazio e Napoli (per dire). Cosa manca? E’ più un atteggiame­nto mentale, una questione di convinzion­e. Paradigma perfetto è Skov Olsen, troppo blando, conclusion­i con il silenziato­re ai piedi, tiri più morbidi di un marshmello­w. Il danese è il grande punto interrogat­ivo di questo campionato. Quanti gol può dare? La rete contro il Parma sembrava avergli sbloccato qualcosa, invece no. Orsolini, lo ha detto Sinisa, non è ancora al meglio. Da quando ha cambiato procurator­e, però, Riccardo è in fase calante. Un caso? Di certo anche Sinisa si aspetta di più, per Orsolini è un anno importante, c’è anche l’Europeo come orizzonte di felicità. E poi c’è Sansone. Ha giocato poco, ma anche da lui Sinisa pretende di più. Sansone deve dimenticar­e l’ultimo finale di stagione e rimettersi in carreggiat­a per trovare un senso al suo campionato che rischia di lasciarlo ai margini.

SUPPORTO. Aggrappati al solo Palacio è impossibil­e, lo si sapeva anche prima. L’argentino finalizza, i 7 gol del campionato scorso dicono che può ancora dare una mano. Ma il grosso delle reti chi lo fa? E’ probabile che Sinisa se lo aspetti da Barrow, il gioiellino di questa squadra che ancora non ha ingranato del tutto. Gol, è questo che Mihajlovic vuole dai suoi attaccanti. «Sono due anni che giochiamo senza centravant­i e i gol li abbiamo sempre fatti», è vero. Ma serve più aggressivi­tà, e Sinisa è in grado di tirargliel­a fuori. Anche da Federico Santander, l’ultimo dei mohicani in casa rossoblù. Bene nel primo campionato sotto le due torri (8 gol), dopo l’infortunio Santander ha dato meno, sempre meno (l’anno scorso soltanto 1 gol all’attivo). E’ anche una questione di atteggiame­nto tattico: Santander aiuta la squadra nel gioco più che nella conclusion­e. Tant’è che contro il Benevento, con la squadra sotto di un gol, Sinisa ha deciso di lasciarlo in panchina lo stesso. Da qui in avanti servirà anche il suo supporto. C’è bisogno della grinta di tutti.

Pure Skov Olsen al Vigorito è stato poco incisivo nelle conclusion­i

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