DE LAURENTIIS «VOGLIO GIUSTIZIA»
Oggi il Napoli si chiude a Castel Volturno dopo i nuovi tamponi. C’è anche Bakayoko
«BLOCCATI». E allora, le quattro giornate del Napoli. O meglio la quarta dall'inizio di una storia fatta di umana tensione e calcistiche polemiche inaugurata dalla positività di Zielinski. Venerdì: da quel momento sono trascorse poche ore, certo, ma a conti fatti sembra sia passato un secolo per il carico di ansia collettiva e per il tenore delle discussioni sull’asse con Torino, Milano e Roma. Casa Juve e sedi delle istituzioni del calcio. Ovvero, i soggetti a cui, dopo aver scritto ai ministri dello Sport e della Salute, De Laurentiis ha spedito una lettera dai contorni molto chiari: «Non potevamo partire, la Asl ha preso in considerazione la possibilità della deroga prevista dal protocollo, ma non ci ha dato il via libera: dovete rinviare la partita». Cioè la sfida di domenica mai giocata con la Juventus, regolarmente in campo allo Stadium nonostante l'assenza degli azzurri. «Si osserva, in proposito, come la Asl Napoli 2 Nord abbia precisato l'insussistenza delle condizioni per autorizzare la trasferta dei calciatori in isolamento a Torino, così come la Asl Napoli 1 Centro abbia confermato la totale condivisione con quanto riferito dal Presidente della Giunta Regionale Campania, secondo cui i soggetti destinatari della nota Asl sono tenuti a non allontanarsi dal domicilio».
«RINVIATE LA PARTITA». Dettagli e fermezza, nella lettera di De Laurentiis: «A fronte di tali evidenze, chiare e non interpretabili, vogliate prendere atto del fatto che il Napoli non è stato autorizzato ad effettuare la trasferta di Torino per determinazione degli enti pubblici preposti... Alla luce di quanto sopra, si rinnova l’istanza alla Lega Nazionale Professionisti Serie A di voler disporre, senza ulteriore indugio, il rinvio della gara ad altra data, per determinazione delle competenti autorità». Decisa è anche la posizione di Ciro Verdoliva, direttore generale dell'Asl Napoli 1: «Abbiamo assunto le misure necessarie. Non giudico la Lega, non spetta a me, ma in uno scenario pandemico l'ordinamento sanitario deve garantire la salute del singolo e della collettività e prevale rispetto a qualunque altro regolamento o ordinamento».