« A PORTE CHIUSE MEGLIO FERMARSI»
L’a.d. della Virtus Bologna parla della prossima stretta sugli ingressi Baraldi:«Senza tifosi il basket rischia il default. Se lo Stato ci impone questo, allora ci finanzi anche»
DELFINO KO - Carlos Delfino ha riportato un risentimento muscolare al bicipite femorale sinistro. Esami strumentali hanno evidenziato una lesione di primo grado, per questo lo staff medico ha deciso di lasciarlo a riposo. Il capitano ha iniziato un programma riabilitativo. Nel fine settimana sono previsti ulteriori controlli per stabilire i tempi di recupero.
EUROCUP - Oggi, 2ª giornata di Eurocup, due italiane impegnate: Partizan Belgrado-VENEZIA (20.30) e TRENTO-Patrasso (20.30)
Luca Baraldi, amministratore delegato di Virtus Segafredo, tutti ormai danno per scontata una nuova stretta sugli ingressi negli stadi e nei palasport. Un danno grave per il basket?
«Sento dire che lo sport non è un settore fondamentale, mi sembra ci sia scarsa cognizione del nostro mondo. Significa anche trascurare come i club professionistici abbiano fatto sforzi e investimenti in questi mesi per rendere club e impianti sicuri al 100% e tutelare la salute di tutti».
L’Emilia Romagna è stata la prima regione a introdurre la deroga fino al 25% della capienza. Come è andata?
«In due mesi di gare ufficiali, nella nostra arena e negli altri palazzi siamo stati tutti assolutamente sicuri, distanze sempre assicurate, mascherine indossate, noi ci attrezzeremo anche con i termoscanner. Sui mezzi pubblici ci sono situazioni ben più rischiose. Per questo se arrivasse un’altra stretta, faremmo fatica a capire il perché».
Nessun problema a palazzo? «Non abbiamo notizie nemmeno di un contagiato durante le partite. Qui ci sono stati eventi come il campionato mondo di ciclismo, due gare di MotoGp, e nessun problema. La Regione ha gestito in modo intelligente una partecipazione corretta, il Governatore Bonaccini rappresenta uno dei partiti al governo. Ecco, dovrebbero ascoltarlo e prendere esempio, lui ha dimostrato che tutto si può fare seguendo le regole».
Cosa succede senza spettatori? «Ci sono due aspetti. Il primo sociale: dare modo di partecipare a un evento significa dare il senso della vita che continua. Senza paura. Servono rispetto e responsabilità di fronte al Covid, non paura. A tornare indietro si perderebbe la fiducia della gente, che quando si potrà di nuovo andare a palazzo non ci crederà più».
Il secondo aspetto?
«Senza il pubblico, e con gli sponsor che così si allontanerebbero, sport come basket e pallavolo che non godono dei diritti tv del calcio rischiano il default. Il pericolo è penalizzare le società più serie. E poi i grandi campioni senza tifosi sono come attori senza pubblico: perdono motivazioni, creatività. Il sistema deve fare riflessioni forti su come andare avanti, nel caso».
Significa valutare la possibilità di non giocare?
«Un ragionamento da fare, bisogna interrogarsi se è il caso di proseguire per pochi intimi. Con i soldi delle tv non ci paghiamo nemmeno il costo del pullman. Come Virtus abbiamo alle spalle una proprietà che ci consente di andare in campo comunque, e in ogni caso non potrebbe essere una situazione da trascinare a lungo. C’è chi invece, e leggo già di club a rischio, potrebbe non farcela a pagare i contributi e i dipendenti. Da noi lavorano 100 persone, sono famiglie. Se lo Stato ci impone di chiudere i palazzi, ci finanzi anche. Non abbiamo preso un soldo, gli sponsor vanno via e il credito di imposta, per dimensioni e volumi, non si rivolge alle grandi imprese che potrebbero finanziare il sistema».
Quindi meglio lo stop in attesa di poter riprendere?
«Ci adegueremo alle decisioni della Legabasket, se si sceglierà di continuare a giocare, giocheremo. Però ragiono da parte del sistema e mi aspetto una risposta forte di Fip e della stessa Lega. Un mese fa il presidente federale Petrucci ha detto in Piazza Maggiore che senza pubblico ci si deve fermare, penso avesse ragione».
Pentiti di aver investito nella Segafredo Arena?
«Nessun pentimento, ma sarebbe di certo una beffa. Abbiamo speso per accelerare l’allestimento di un contenitore da 10.000 posti proprio con l’obiettivo di ospitare in sicurezza quanti più tifosi possibile: speravamo nel 50%, già il 25% sarebbe importante».
«Nel caso, mi aspetto una risposta forte da Lega e Fip»