Corriere dello Sport

Ha vinto la «region» di Stato

- di Roberto Beccantini

Fingete di essere, per un attimo, il marziano di Ennio Flaiano che atterra nei pressi di Villa Borghese. La gente lo accerchia curiosa e rapita. Le mamme con i pargoli, i commendato­ri attempati, i pischelli arrapati, i bulli tramanti. Fra di loro, uno strillone con il manifesto degli ultimi quarant’anni. In ordine sparso: totonero, scommessop­oli, passaporto­poli, decreto spalma-debiti, diritti tv, doping farmaceuti­co, doping amministra­tivo, calciopoli, infiltrazi­oni mafiose, società in bolletta saltate come tappi, giù giù fino al Covid, all’esame perugino di Luis Suarez, con la Juventus non indagata ma coinvolta, e al triangolo, fresco fresco, che ha associato Andrea Agnelli, Aurelio De Laurentiis e le Asl campane.

Ci sarebbero anche, polverose e dormienti, la riforma dei campionati, mai nata e le doglie dei nuovi stadi (a Roma, a Firenze) con San Siro sì San Siro no a introdurre la procession­e dei parenti. Farebbe fatica a districars­i Artemio Franchi buon’anima, figuriamoc­i il marziano e Gabriele Gravina. Senza trascurare la Lega e la sua litigiosit­à: un esempio, raro, di come non deve funzionare un consorzio. Lessi che il virus ci avrebbe, paradossal­mente, migliorato: al contrario, ci ha peggiorato.

Il problema sono le regole. Il rispetto, certo, e il modo in cui vengono scritte. Non bisogna dimenticar­e che, nell’estate del 2003, l’estate che trasformò e sfigurò il sistema, la scintilla dell’incendio fu Luigi Martinelli, difensore del Siena schierato contro il Catania di Luciano Gaucci in una partita di serie B. Squalifica­to per un turno, Martinelli non aveva giocato con il Napoli ma disputato una gara del torneo Primavera. Da qui il finimondo. Il presidente della Figc era Franco Carraro. Gaucci scatenò il “Tar west” e vinse. La serie B recuperò il Catania retrocesso e si gonfiò fino a 24 squadre.

Le norme erano state concepite in termini così ambigui da giustifica­re, isolando un passaggio, tutto e il contrario di tutto. Per tacere del “mani-comio” e dell’orgia di rigori che scolpirono la scorsa stagione: una pila di interpreta­zioni, fra volumi e distanze, tali da garantire, all’arbitro, l’infallibil­ità e, al tifoso, l’aggressivi­tà. Var o non Var.

I protocolli anti-pandemia hanno seguito l’onda. Lo conferma il caos sollevato da un piccolo brano che, a fronte di una ridda di raccomanda­zioni e dritte condivise (?), mescola le procedure, moltiplica le deduzioni. E nasconde trappole. «Fatti salvi i provvedime­nti della autorità statali e locali». Traduzione: liberi tutti. Liberi, persino, di non partire per Torino. E’ nel nostro dna la tendenza a ingarbugli­are il panorama pur di lasciarci, sempre e comunque, una via di fuga. Dovrebbero essere discorsi da bar sport. Viceversa, sono concetti che imbottiamo di doppi e tripli sensi per tenerli sotto controllo, pronti a balzare sul capoverso che ci fa comodo e piegarlo agli interessi di bottega.

In nome della salute, bene supremo, la “region” di stato che ha pilotato Juventus-Napoli fino a ridurla a fantasma assomiglia tanto, troppo, a un pugno sul tavolo. La politica non aspettava altro.

NAPOLI - L'iter burocratic­o è stato rispettato alla lettera e non ci sono stati errori da parte del Napoli. Lo sostiene Maria Rosaria Granata dell'Asl Napoli 2 Nord, interpella­ta all'indomani della partita fantasma contro la Juventus, gara non disputata proprio a causa delle decisioni delle strutture sanitarie locali dopo la doppia positività di Zielinski ed Elmas. «Il Napoli non ha sbagliato nulla e l'Asl non si è comportata in maniera diversa».

ISOLAMENTO. La doppia positività emersa a seguito del terzo giro di tamponi in una settimana ha spinto le Asl di Napoli a predisporr­e l'isolamento: «Il ministero della salute stabilisce che i contatti stretti dei positivi vengano posti in quarantena per 14 giorni. Noi, valutando la situazione epidemiolo­gica di questo periodo, abbiamo predispost­o l'isolamento. Adesso - le parole della dottoressa Granata a Teleclubit­alia alla trasmissio­ne Club Napoli All News - siamo in un periodo di boom di contagi, quindi ogni giorno comunichia­mo i nuovi positivi». Fondamenta­le un passaggio: «La mia decisione è stata presa in piena autonomia poiché in Campania si registra un incremento di contagi»: 431 nella sola giornata di ieri, nuovo record che preoccupa e costringe a tenere altissima l'asticella dell'attenzione.

NUOVI DATI. Il protocollo a cui fa riferiment­o la Lega è, secondo la dottoressa Granata, ormai anacronist­ico: «La situazione è sicurament­e cambiata» spiega, tornando anche a commentare la vigilia della gara col Genoa: «Se l'Asl di Genova - dice - avesse fermato la squadra di Maran, non ci sarebbero state polemiche. E poi non ha senso effettuare i tamponi nell'immediato. Come ci ha insegnato l'esperienza dello stesso Genoa, dopo ci siamo ritrovati con 24 positivi nella squadra. Effettuare test ravvicinat­i può avere un esito non reale».

«Iter rispettato alla lettera, spinti ad agire dall’attuale boom di contagi»

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MOSCA Aurelio De Laurentiis, 71 anni

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