«Chiesa? Un peso»
Duro il ds viola Pradé: «Siamo stati solo un veicolo per andare altrove»
La sfida di Chiesa. Federico è pronto a tuffarsi nella nuova avventura in bianconero: l’ha cercata, l’ha voluta, l’ha aspettata un anno intero e adesso che si è concretizzata vuole giocarsela al top. Al momento la testa è totalmente all’azzurro dell’Italia, poi verrà il momento della Juve. E c’è una enorme voglia di fare bene. Per iniziare ha già scelto il numero di maglia: il 22, come ha confermato la lista Uefa consegnata ieri in vista della Champions League. Il momento per il flash dei fotografi e della presentazione arriverà; il primo passo da juventino, pur a distanza, è stato in ogni caso compiuto. Di passi, Chiesa, vorrà farne tantissimi in bianconero, tutti indirizzati verso la consacrazione definitiva. Da progetto di campione a campione a tutto tondo, è il momento del salto in alto.
PRIMO OBIETTIVO. Federico arriva con il bagaglio di quattro anni di serie A con la Fiorentina e di 19 match con la Nazionale maggiore. Il primo obiettivo sarà di diventare più goleador, in modo da essere più decisivo. Chiesa porta velocità, fantasia, freschezza, gioventù. La dote di gol è di 34 in 153 presenze in maglia viola, più uno in azzurro.
Il massimo a livello realizzativo è stato di 12 reti nel 201819, cui sono seguito gli 11 della scorsa stagione. Due annate in doppia cifra su quattro di serie A: in quella del debutto, 2016/17, erano stati 4; nella successiva era salito a 6. E anche quest’anno ha iniziato con il piede giusto: nelle tre giornate iniziali, un gol a San Siro contro l’Inter, prima di lasciare Firenze. Ora l’intento è quello di progredire e di aumentare il fatturato offensivo e non c’è dubbio che la filosofia di calcio offensivo, aggressivo, intenso, di grande possesso palla di Andrea Pirlo possa agevolarlo. Naturalmente servirà adattarsi alla nuova realtà e alla nuova dimensione ma il fatto che il tecnico bianconero punti ad attaccare con cinque uomini offensivi e prediliga l’ampiezza sulle fasce sono buone notizie per Federico.
Che è anche un uomo assist tutt’altro che trascurabile. Oltre ai 34 gol, con la Fiorentina ne ha forniti 27, l’ultimo per Castrovilli nella vittoria al debutto contro il Torino. Ma sono stati ben 9 lo scorso anno, 5 nel 2018-19, 7 nel 2017-18 e 4 nel 2016-17. Adesso ci sarà un certo Ronaldo che potrà beneficiarne… Non è tutto, l’altro marchio di fabbrica della casa è il dribbling: dal debutto in serie A ne ha effettuati 553 e nella speciale graduatoria degli specialisti è secondo solo al Papu Gomez con 565.
POSIZIONE. Ora toccherà a Pirlo trovare il giusto mix per l’attacco bianconero e la migliore posizione in campo da dove Chiesa potrà sprigionare i cavalli del motore. La progressione in velocità rappresenta la sua caratteristica principale. Da dove si scatenerà? Le idee iniziali portano a un Chiesa esterno di fascia o attaccante nel tridente. Soluzioni entrambe valide, con alcuni distinguo. Partendo dal vestito tattico che Pirlo ha dato finora alla Juve, il 3-4-1-2 (mostrato in fase di possesso con Samp e Roma), l’ex viola potrebbe fungere da laterale di destra di centrocampo. Avrebbe tutta la fascia da coprire ma dovrebbe sdoppiarsi nelle due fasi di possesso e non possesso. Qui potrebbe emergere un inconveniente: il ruolo, pur interpretato anche con la Fiorentina ultimamente, comporta un elevato dispendio fisico e necessita di gamba e lucidità costanti. E alla lunga questo potrebbe pesare in termini di progressione offensiva. L’alternativa porta al 3-43, una soluzione in cui il neo attaccante Juventino sarebbe l’attaccante destro del tridente completato da Dybala falso nove (o Morata vero nove) e Ronaldo a sinistra e avrebbe soprattutto le spalle coperte da un esterno a centrocampo. Senza dimenticare ance il classico e sempreverde 4-4-2 in cui Chiesa partirebbe da esterno di centrocampo. Ciak, si gira la sfida di Federico.
E nella classifica dei dribbling (553) è secondo solo a Papu Gomez (565)