Corriere dello Sport

Mancini attacca «Lo sport un diritto come la scuola»

IL CT REPLICA A SPERANZA OGGI (20.45) L’ITALIA CONTRO LA MOLDOVA

- Santoni

Alla vigilia del test amichevole con la Moldova il ct azzurro risponde non senza polemica al ministro Speranza a proposito del “peso” del football rispetto alla scuola

Un tempo di silenzio, anzi due se non tre, una pausa teatrale, di quelle che hanno reso celebre in passato Craxi, ma in questo caso non studiata, quanto piuttosto trattenuta tra il dire e il non voler dire. Poi, con il suo tono misurato e chiaro e lo sguardo aperto, che ne farebbe un politico capace di bucare lo schermo, Roberto Mancini ieri pomeriggio ha scelto di entrare su un altro terreno, piuttosto che restare alle cose di campo, in vista dell’amichevole odierna contro la Moldova: «Qualche volta bisogna pensare quando si parla». Obiettivo della sua pacata invettiva era il ministro della Salute, Roberto Speranza, e più in generale la visione marginale che del calcio hanno ampi settori del Palazzo, quello che governa le questioni italiane: «Si parla troppo di calcio, piuttosto che di scuola, vera priorità del Paese? Anche il calcio è una priorità, come lo è la scuola, come lo è il lavoro. Lo sport riguarda milioni di praticanti, è un diritto, come lo sono appunto anche altri aspetti importanti della vita degli italiani».

STADI APERTI. E’ andato oltre, il commissari­o tecnico azzurro. Rioberto Mancini, nel suo pensiero, ha allargato il ragionamen­to anche sulla riapertura degli stadi alla gente, oggetto delle ultime diatribe: «Anche in questo momento delicato ribadisco un mio punto di vista personale. Non mi faccio condiziona­re. Io penso che sarebbe giusto fare come in altre parti d’Europa e aprire le tribune ai tifosi. In quota e in sicurezza. In Polonia ci saranno 25 mila spettatori? No, 20 mila (in realtà saranno circa 10mila all’Energa Stadion di Danzica, l’ex PGE Arena dove iniziò il viaggio dell’Italia di Prandelli agli Europei del 2012 contro la Spagna, ndi)? Bene, a noi fa piacere. Siamo contenti. Vorremmo ce ne fossero di più...».

PENSARE POSITIVO. Più che sui casi di positività, che sul caso di Juve-Napoli, Mancini ha cercato di pensare positivo: «Intanto non dimentichi­amo che essere positivi non significa essere ammalati. Noi qui ci atteniamo a regole e controlli, non abbiamo problemi. Intanto domani (oggi, ndi) arriverann­o a Coverciano anche Bonucci e Chiellini, come previsto. La litigiosit­à del nostro calcio? Evidenteme­nte fa parte del nostro dna, è sempre stato così, ma preferisco non parlarne».

PIU’ CHIESA, PIU’ EMERSON. Il

ct ha poi voluto spiegare il suo punto di vista a proposito del discusso trasferime­nto di Chiesa alla Juventus, naturalmen­te dal punto di vista della Nazionale: «Per noi Federico è un giocatore importante, lo era fino a ieri quando giocava nella Fiorentina e lo è ora che è passato alla Juve. E’ un ottimo giocatore già oggi e ha margini enormi di crescita: step by step deve continuare a migliorare». L’augurio è che la nuova destinazio­ne non gli tolga spazio. Da questo punto di vista Mancini si aspettava una mano dal mercato a proposito di Emerson Palmieri, suo pupillo, poco sfruttato al Chelsea: «E’ l’operazione che è mancata dal mio punto di vista. Speravo che Emerson potesse trovare una squadra che lo impiegasse di più. Del resto questo è un po’ il nostro problema, visto che ci sono sempre meno italiani che giocano in serie A». Tra questi manca in questo momento il buon caro vecchio Balotelli, rimasto senza contratto. Ha sorriso con una punta di amarezza, il ct, a proposito del suo antico pupillo, non potendo fare a meno di chiudere con una battuta: «Mario ce la mette tutta per restare senza squadra...».

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 ?? ANSA ?? Il ct azzurro Roberto Mancini, 55 anni, 21 partite alla guida della Nazionale, con 14 vittorie, 5 pareggi e due sconfitte
ANSA Il ct azzurro Roberto Mancini, 55 anni, 21 partite alla guida della Nazionale, con 14 vittorie, 5 pareggi e due sconfitte
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