Il Franchi diventa stadio (azzurro) aperto
INVIATO A FIRENZE - Sono arrivate le mascherine griffate, a Firenze, con il logo federale in campo blu, molto istituzionali. Saranno distribuite stasera, tra gli ospiti degli sponsor azzurri, circa seicento invitati in presenza al Franchi. Si tratta della prima riapertura parziale da quando la Nazionale è tornata in campo. Lo stesso avverrà poi mercoledì prossimo a Bergamo, in occasione di Italia-Olanda, retour match di Nations League, dove è prevista l’ospitalità per un migliaio di persone, tra cui un’ampia delegazione di personale sanitario del capoluogo lombardo, tra le città martorizzate dalla pandemia da Coronavirus.
Intanto l’impianto del Campo di Marte, da mesi al centro di discussioni accese intorno al proprio destino, tra abbandono, ristrutturazione e abbattimento, silenziosamente si avvia a salire sul podio degli stadi azzurri, affiancando Marassi al terzo posto, a quota 28 incontri della Nazionale ospitati (Torino città ne ha visti 39 ma in ben 7 stadi diversi), con la prospettiva di scavalcarlo a novembre, quando sempre qui è prevista un’amichevole contro l’Estonia. Olimpico (48 partite su 59 partite romane) e S. Siro (44 su 58 milanesi) restano irraggiungibili ma è curioso come la pandemia e le misure logistiche di sicurezza adottate, abbiano prodotto questo scatto del Franchi (col S.Paolo fermo a quota 23 su 25 partite napoletane e il Dall’Ara a 20 su 21 gare bolognesi), destinato a ricevere 3 gare azzurre in tre mesi, lun
gamente trascurato in passato per problemi di rapporti tra la tifoseria viola e la Federazione. Basti pensare che, mentre tra il 1933 e il 1979 a Firenze si è giocato una media di 4 partite a decennio, tra il 1982 e il 2006 ci sono state solo 3 match dell’Italia al Franchi. Durissima in particolare la contestazione durante Italia-Messico (20 gennaio 1993) che lasciò in eredità l’ostracismo a rovescio da parte della Figc di Matarrese nei confronti della città, finita in B alla fine di quella tribolatissima annata. Tempi passati, almeno quelli, per fortuna.
GRAVINA A BERGAMO? Non sarà a Firenze, ovviamente, il presidente Gravina, costretto all’isolamento fiduciario per essere stato a contatto col presidente della Lega, Dal Pino, risultato positivo. Il numero uno federale, negativo al primo tampone molecolare effettuato, è in attesa dell’evoluzione della sua vicenda. Quasi certamente salterà la trasferta polacca, anche nel caso di negatività del nuovo tampone. Troppe complicazioni, e troppi tempi stretti, oltre all’impossibilità di avere contatti col gruppo squadra per motivi precauzionali. L’obiettivo è piuttosto quello di riuscire ad essere in tribuna a Bergamo, mercoledì prossimo, in occasione di Italia-Olanda (ovviamente dopo gli appositi controlli). Il significato di quella partita, in una delle città più duramente colpite dalla pandemia dello scorso inverno, ha ai suoi occhi un’importanza politica ancora maggiore, in un momento tanto tormentato, tra polemiche lunari e recrudescenza della Covid-19.
Circa seicento tifosi: è la prima riapertura da quando l’Italia è tornata in campo