Ribaltone Ascoli Brosco, Cavion e Leali superstiti
Il patron Pulcinelli ha rifondato per vincere. Ninkovic caso aperto
Ascorrere la lista dei calciatori dell’Ascoli, confrontandola con quella di due mesi fa, viene il dubbio che i dirigenti bianconeri abbiano lavorato h24, come si usa dire, in senso materiale e non solo simbolico. Nel periodo di mercato avranno dormito poco o niente, altrimenti non sarebbero riusciti a portare a dama una rifondazione così profonda, eclatante, intrigante. Tra entrate e uscito le operazioni sono state molteplici e si sono protratte fino alle ore 20,00 dell’altroieri, ultimo giorno utile, con un finale pirotecnico che ha portato nel Piceno elementi del calibro di Kragl, Pierini e Tupta.
VOLTI NUOVI. Volti nuovi che vanno ad aggiungersi a quelli (in ordine di reparto, dalla difesa in su) di Sarr, Avlonitis. Ghazoini, Corbo, Sarzi Puttini, Sini, Spendlhofer, Saric, Buchel, Donis, Lico, Sabiri, Chiricò, Cangiano, Mallè, Vellios e Baijc. Quasi altrettante sono state le partenze, da Padoin a Beretta, Rosseti, Ganz, Petrucci, Valentini, Laverone, Chajia, Costa Pinto, Maurizii, Intinaelli, Piccinocchi, D’Agostino e... tutti i vecchi prestiti secchio (Scamacca, Trotta, Morosini, Sernicola, Brlek, Andreoni, Ferigra, Covic e... qualcuno ci sarà pure sfuggito). Insomma, una rivoluzione copernicana, senza aggettivi di supporto. A ben vedere sono rimasti in pochissimi dei titolari dello scorso anno, giusto il portiere Leali, il difensore Brosco (capitano) e il centrocampista Cavion, più Gerbo rientrato da Crotone e appena guarito dal Covid. Diciamo subito che i “vecchi” non hanno lasciato macerie, visto che, nonostante una fase di grande criticità prima del lockdown, alla ripresa del campionato sono stati protagonisti di una vigorosa reazione che ha portato alla salvezza diretta. In ogni caso ricominciare con loro sarebbe stato un azzardo, quindi la rifondazione era doverosa.
CASO NINKOVIC. In quanto su detto non è stato menzionato il trequartista serbo Nikola Ninkovic, probabilmente il più talentuoso di tutti, ma non è stata una dimenticanza, semplicemente lui merita un capitolo a parte. Lo merita a partire dalla sua (indefinibile) posizione, cioè non è né un vecchio né un nuovo, ma tra coloro che sono sospesi. Perché non è un segreto per nessuno che lui stesso si considerasse già un ex, tuttavia la sua cessione al Crotone non è andata in porto, quindi è rimasto in organico, ma solo teoricamente, dal momento che ad Ascoli non si è più visto dopo lo sciogliete le righe dell’ultima stagione. Per giustificare l’assenza in ritiro ha inviato un certificato medico, quando è scaduto non si comunque presentato. Il suo contratto è in scadenza a giugno 2021, ciò significa che già da febbraio potrebbe firmare con un altro club a parametro zero, ma non potrà andarci fino al termine della nuova stagione. Quindi, che farà? Resterà un anno fermo, fuori rosa? Può essere, anche se un anno di inattività porta ruggine, magari poi non sarà più un elemento interessante qual era fino a poco tempo fa. Gli sviluppi della vicenda sono imprevedibili, si può solo prendere atto della pazienza di patron Massimo Pulcinelli che finora nei suoi confronti ha avuto un atteggiamento comprensivo e, se vogliamo, anche protettivo. Ma non potrà durare in eterno, il rischio che si arrivi alle carte bollate non è da escludere.
IL FUTURO ADESSO. In ogni caso l’Ascoli pensa al suo futuro senza contare su Ninkovic. Un futuro che, dopo la sosta, si chiama Frosinone, poi Entella e Salernitana. A quel punto saremo a novembre e ne sapremo di più sugli effetti della rifondazione. Nel frattempo se ne possono godere le suggestioni.