«IL COVID L’HO AVUTO PENSO SOLO A VINCERE»
La Brignone, regina dell’ultima Coppa del Mondo, ha grandi ambizioni nella stagione dei 100 anni della Fisi «L’ho scoperto a maggio. Mondiali e Coppa: voglio tutto. Sogno gare regolari, il protocollo non è chiaro»
«La Fis lascia che a fare i tamponi siano le singole squadre: così è rischioso»
«Non ho preparato Sölden: arriva troppo presto. Che peccato Cortina senza tifosi»
«Stiamo stilando un protocollo sanitario che consentirà gare e allenamenti sicuri Abbiamo ancora qualche settimana»
Flavio Roda, 72 anni, presidente Fisi
La Fisi spegne 100 candeline e decolla verso nuovi orizzonti. Dall’Hangar Bicocca è scattata ufficialmente la stagione degli sport invernali, una nuova ripartenza post-Covid, anche se in realtà l’emergenza sanitaria mondiale continua a tenere banco e a mettere tanti punti interrogativi sull’inverno imminente. Apre le danze lo sci alpino, con il weekend di Sölden tra dieci giorni: sabato 17 ottobre c’è il gigante femminile, il 18 quello maschile. Giù dal ghiacciaio del Rettenbach si lancerà in picchiata la regina di Coppa, Federica Brignone, prima italiana della storia a mettere le mani sulla boccia di cristallo assoluta lo scorso marzo.
Sarà un inverno speciale, che culminerà coi Mondiali casalinghi di Cortina (7-21 febbraio), anche se la carabiniera valdostana non nasconde le sue perplessità per le misure di contenimento attuate dalla Fis.
Federica, pronta a partire?
«Sarà come sempre una corsa contro tempo perché la prima gara arriva in fretta, quest’anno tra l’altro è stata anche anticipata di una settimana. Trovare buone condizioni in questo periodo è difficile, ma ci stiamo adattando, grazie agli ottimi allenamenti sui ghiacciai svizzeri. Abbiamo fatto una preparazione generale, non mirata per Sölden: tanto poi la vera stagione inizia dopo».
Avverte la pressione nel ripartire da prima della classe?
«Spero di utilizzare questa energia nel modo giusto e di trasformarla in adrenalina per tirare fuori il meglio. Con le mie avversarie ci vediamo sempre in ghiacciaio perché quest’anno siamo tutte in
Europa anziché in Argentina, ma sin qui ci siamo studiate da lontano. Spero di fare le gare in maniera regolare, di godermi la stagione e che tutti possano parteciparvi senza problemi. Sarebbe già una bella conquista».
Al proposito, ha sentito di Lara Gut costrettaallaquarantenaperlapositività del marito calciatore Valon Behrami?
«Non capisco perché non possano farle un test e, se negativa, permetterle di sciare subito. Trovo sbagliato che sia stata fermata per la positività del compagno: ognuno deve fare storia a sé, altrimenti nessuno vive più».
Che ne pensa del protocollo Fis per ridurre la diffusione del virus? «Non c’è nulla di chiaro. Sappiamo di dover fare il tampone, ma di doverci arrangiare e appoggiare alla nostra Federazione. Non capisco perché non abbiano seguito l’esempio del motociclismo, ad esempio, con una clinica mobile che fa tamponi a tutti. Mi auguro che i test che ognuno farà per conto suo siano attendibili, per non falsare l’esito della stagione, e che si evitino anche false positività».
Teme una stagione a singhiozzo? «Qualche atleta di sicuro sarà costretto a saltare delle gare e il rischio maggiore lo corrono le squadre più ampie, come la nostra, con trenta persone che viaggiano insieme».
«Saremo impegnati in poche località e probabilmente senza pubblico Dovremo adeguarci alla situazione»
Dorothea Wierer, 30 anni, biatleta
Teme di fermarsi per colpa per il virus?
«In realtà no, forse anche perché l’ho già avuto, come i miei genitori. L’ho scoperto a maggio facendo l’esame sierologico e penso di averlo contratto a fine marzo, quando per qualche giorno, come è successo anche a qualche mio compagno di Nazionale, avevo perso senso del gusto e dell’olfatto. Lì per lì, non ci ho dato troppo peso: mi è capitato spesso di ammalarmi a fine stagione. Comunque, vivendo da sola, non temo di contagiare nessuno. Sarebbe diverso se vivessi con la nonna di 90 anni».
Sulle piste mancheranno i tifosi... «Mi dispiace, soprattutto per i Mondiali di Cortina, perché non ho mai fatto un grande evento in casa. Speriamo comunque di poterci godere quegli splendidi scenari anche in un contesto ovattato».
«E’ presto partire il 17 ottobre. A me è mancato il raduno in Argentina, dove di solito si danno quantità e qualità»
Sofia Goggia, 27 anni, discesista
Dovesse scegliere, meglio il trionfo mondiale o il bis in Coppa?
«Mi manca l’oro iridato, ma io amo la Coppa: darò tutto per ottenere il massimo dalla mia stagione».