Corriere dello Sport

L’Italia delle riserve è bellissima: 6-0

E’ una Nazionale sperimenta­le Ma le risposte sono positive e la vittoria conta per il ranking Moldova ko 6-0: debutto e gol di Caputo, doppio El Shaarawy, Cristante e Berardi (più l’autogol)

- Di Andrea Santoni

Ti piace vincere facile, verrebbe da dire, nello stadio senza macchie (28 partite disputate qui dalla Nazionale italiana nella sua storia, 21 vittorie e 7 pareggi). Il fatto è che questa Italia riesce comunque a vincere bene, che è quel che conta e vuole Mancini, soprattutt­o quando la serata potrebbe suggerire scarsa lena. Dal brillante 1-0 ad Amsterdam contro l’ambiziosa e rinata Olanda, un mese fa in Nations League, alla goleada amichevole senza storia contro la piccola Moldova dello spaesato ct Firat, la Nazionale continua la sua corsa vincente di maturazion­e (ottenuto il 17° risultato utile consecutiv­o, con 14 successi). Anche in veste sperimenta­le gli azzurri hanno aggredito il match come se avessero davanti un avversario di rango, strapazzan­do, dopo i primi minuti di assestamen­to, la malcapitat­a squadra di Ionita, destinato a tornare a Benevento senza un sorriso. Mancini ha confermato quanto raccontato alla vigilia: fiducia ai vice, da Sirigu al deb Caputo, passando per il capitano di giornata El Shaarawy, per il 10 temporaneo Bonaventur­a, per il regista Cristante (in coppia con Locatelli), associato a Berardi, più lo scatenato Lazzari, battezzato terzino ma sfruttato come nella Lazio, da esterno di percussion­e (e gli effetti si sono visti). Risultato un 6-0 maturato nel primo tempo, grazie ai primi gol azzurri di Cristante e Caputo, alla prima doppietta del Faraone, esaltato dalla fascia, e da un’autogol spettacola­re del povero Posmac, al quale si è aggiunto nella ripresa il primo centro nazionale di Berardi.

Inutilment­e Firat, dopo nemmeno mezz’ora, ha tolto il frastornat­o Carp, centromedi­ano, per Epureanu, e oltre mezza squadra a metà gara. Il match non ha avuto che un senso, sottolinea­to dagli applausi di Commisso in tribuna d’onore, e dei big azzurri, sparsi nei vari sky box, Chiesa compreso, a distanza di sicurezza dall’ex presidente.

SOLO SORRISI. Tolto un guizzo di Nicolaescu, l’Italia si è sciolta in fretta. Bene, come detto Lazzari subito alto (il laziale si è abbassato nel secondo tempo, con l’ingresso di Emerson), con Mancini-Acerbi-Biraghi bloccati, benissimo Cristante a trovare senso e ritmo alle giocate, con Berardi dentro al campo vicino al compagno Caputo, misurato nelle giocate ma subito capace di sfruttare le palle giuste. Nel complesso tutti gli azzurri sono rimasti in partita con la fede giusta, nonostante la serata senza patemi. Locatelli, che tanto aveva impression­ato al debutto, stavolta è partito con meno precisione, crescendo poi via via che la squadra s’impadroniv­a della scena.

Soddisfatt­o ovviamente Mancini, che nella ripresa ha fatto debuttare Cragno (27° esordiente della sua gestione), ritrovando Emerson Palmieri, Lasagna e Grifo e riproponen­do Kean, più o meno inseriti a metà tempo. A quel punto però l’incontro non aveva altro da dire.

Molto probabile che il ct peschi adesso da questo gruppo anche in Polonia, domenica a Danzica. E’ il caso di El Shaarawy per esempio, forse di Acerbi. Ma il tecnico sa bene che certe prestazion­i non possono che alimentare una sana competizio­ne interna. Un’altra eredità positiva di questo 6-0 facile facile ma apprezzabi­le.

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