Se però resta Chiesa jr
Giusto nell’Esodo, un Dio geloso punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e quarta generazione. Dunque, quando non è il caso, impugnare le saette di Zeus e scagliare anatemi interessati, a giochi comuni fatti, in tempi tanto impauriti e dunque incarogniti, forse non è la più giusta delle strategie per trarsi d’impaccio, magari per dirottare le polemiche del momento. La Fiorentina tutta, nei suoi vertici italoamericani, ha scelto di liberare la propria rabbia per la conclusione della vicenda Chiesa, seguendo una strada facile, e sempre inseguita dalle società in questi casi: quella di accollare le ragioni di un addio pesante, esclusivamente a chi se ne è andato, a cui un’ora prima era stata consegnata la fascia di capitano (scelta, questa, riconosciuta poi come un errore). Compito facilitato enormemente dalla gelida strategia d’uscita scelta dalla “controparte”. Non è un caso che il ds viola, Pradè, abbia appunto parlato di un peso tolto dalla schiena del club. Salvo poi legittimamente iscrivere a bilancio una delle più significative plusvalenze della sua gestione.
Rocco Commisso, per parte sua, l’ha messa sul personale. Il gran padre della famiglia viola è uomo di sentimenti schietti, non gli fa difetto la capacità di entrare in empatia quando si gioca pulito con le ragioni del cuore. Sempre salvaguardando il business, ovviamente, che solo nella vecchia cultura cattocomunista di una volta, fertile a queste latitudini, era considerato farina del diavolo, come il denaro di certe operazioni di mercato. Brillante l’immagine usata dal presidente per voltare pagina: «Non abbiamo più Chiesa, ma ce ne sarà una nel nuovo centro sportivo». Per la verità la Fiorentina dovrebbe ancora avere con sé un Chiesa calciatore: il giovane Lorenzo, fratello di Federico, classe 2004, fiorentino, esterno sinistro cresciuto anche lui nella Settignanese prima di passare in viola. Se ne diceva un gran bene fino a qualche tempo fa. E ora che succede? Ci sarà posto per lui su uno dei dieci campi del nuovo Centro Sportivo, opera che, come il progetto del Franchi, in questi chiari di luna pandemici dovrebbe forse valere più di una campagna acquisti? L’importante, e questo vale per l’intera città viola, è che le colpe di molti non ricadano su chi non ne ha.