Corriere dello Sport

FORMAT PLAYOFF LE VIE PER GIOCARE

La deadline è stata prorogata a gennaio 2021, fino ad allora Lega e Figc studierann­o i piani

- Di Giorgio Marota

Quando la quarantena per i calciatori non veniva considerat­a “soft” - cioè prima della famosa circolare del ministero della Salute del 18 giugno che ha permesso anche ai compagni di un calciatore positivo, purché siano negativi al successivo tampone, di allenarsi e giocare - quello dei playoff sembrava l’unico scenario plausibile per concludere i campionati. Infatti, all’inizio di giugno, in Figc si parlava di piano B «tendente all’A»: si temeva che sarebbe bastato un solo contagiato a far saltare il banco, imponendo uno stop di 14 giorni (corrispond­enti a 4 partite nel calendario post lockdown) all’intero gruppo-squadra, oppure che le società potessero addirittur­a “nascondere” o “far uscire” i casi di Covid-19 a seconda delle necessità di classifica. Oggi il problema è tornato d’attualità con l’intervento della Asl di Napoli che, di fatto, fermando i ragazzi di Gattuso all’aeroporto ha messo in discussion­e sia la quarantena soft sia l’attuazione del protocollo, un documento che la Figc continua a difendere senza tentenname­nti.

DEADLINE GENNAIO. Ecco dunque che i playoff si riprendono la scena. Ma a giugno erano rimaste solo 12 giornate, adesso ne mancano 35. Dei 380 match del programma, si rischia di disputarne molti di meno e questo non piace alle television­i che pagano per trasmetter­li tutti. Sky è sul piede di guerra e le divergenze con la Lega Serie A, dopo il mancato pagamento dell’ultima tranche dei diritti 2019-20, potrebbero rinnovarsi. La proroga dello stato d’emergenza fino al 31 gennaio, approvata ieri dal Parlamento, ha fornito un assist a Lega e Figc: Dal Pino e Gravina avranno tempo fino alla fine del primo mese del 2021 (a meno di ulteriori prolungame­nti) per modificare in corsa il format, aggiungend­o alla regular season i playoff e i playout. Si cercherà di resistere in questi tre mesi, giocando più partite possibili, per poi rivalutare la bontà dell’idea (a cui stanno lavorando diverse persone a Roma e a Milano) quando sarà andato in archivio almeno 1/3, se non la metà, della stagione. L’ultimo turno del girone d’andata è fissato il 23-24 gennaio, giusto in tempo.

I DUE PIANI. A quel punto si capirà lo stato di salute del Paese e se gli spareggi divisi in due parti basteranno per coprire numericame­nte le restanti 190-200 partite. Ecco l’idea: una prima parte in cui si affrontano le formazioni “vicine” in classifica utile a determinar­e le posizioni (denominata “fase a orologio”) per l’ultima parte del torneo, dove vengono messi in palio scudetto (le prime 4), Europa League (dalla 5ª all’8ª), piazzament­i e premi di metà classifica (dalla 9ª alla 14ª) e salvezza (dalla 15ª alla 20ª). L’ipotesi B è quella delle final eight, come nella bozza stilata a giugno dalla Federcalci­o, adottata ad agosto dalla Uefa (da valutare l’unica location) per assegnare le coppe europee; ma in questo caso ci sarebbero meno partite e il piano diventereb­be attuabile solo se lo stop arrivasse tra febbraio e marzo, proprio come nel 2020.

L’aumento dei contagi non solo nei club ma nel Paese rende utili e necessarie le riflession­i sul torneo e sulla sua regolare prosecuzio­ne

SCENARI. Ci sono poi almeno due aspetti da considerar­e. Il primo: la Lega Serie A ha giurisdizi­one sul proprio format e nessuno in Federcalci­o vuole toccare la sua autodeterm­inazione. Anche se l’ultima parola spetta sempre al consiglio federale che l’8 giugno, ad esempio, bocciò la mozione sul “blocco delle retrocessi­oni” presentata dai 20 presidenti. Il secondo: alle big, in particolar­e a Juve e Inter, l’idea del playoff scudetto non piace. Il motivo? Chi investe tanti soldi vuole che sia il lungo campionato a determinar­e la vittoria, non un mini-torneo che potrebbe ribaltare le gerarchie premiando chi saprà arrivare fisicament­e più preparato alla fase clou. Nello show business americano è consuetudi­ne (esempio l’Nba), nel calcio italiano sarebbe una vera e propria rivoluzion­e culturale dagli esiti incerti e dalla polemica facile.

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LAPRESSE Kumbulla e Ramsey in un duello aereo durante Roma-Juve, sfida della 2ª giornata

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