Corriere dello Sport

«STREGA, COLPI TOP E PARTENZA SPRINT»

Pasquale Foggia, diesse del Benevento, traccia il bilancio della campagna acquisti «Mercato nei tempi giusti, i nuovi subito in campo Foulon studiato a lungo, peccato per Remy ma...»

- Di Franco Santo

Il “last minute” non fa per lui, il suo nuovo Benevento è frutto di una programmaz­ione che viene da lontano, di lunghi confronti con l'amico Pippo e con il presidente Vigorito. Pasquale Foggia, 37 anni ma già l'aplomb di un veterano, racconta che l'ultimo giorno di mercato l'ha vissuto con le braccia conserte a vedere quello che facevano gli altri: «Io penso che chi si riduce all'ultimo giorno di mercato ha avuto delle difficoltà prima. Noi l'abbiamo fatto nei tempi giusti, e abbiamo già utilizzato tutti i nuovi da subito, dandoci la possibilit­à di disegnare la struttura che avevamo in mente».

Nel giudizio dei critici quella famosa griglia di partenza è rimasta inalterata, nessuno sembra aver cambiato giudizio sulle forze che vanno in campo in serie A. Ma Foggia è fiducioso, questo Benevento può aspirare a pieno titolo a conservare il suo posto nella massima serie.

Direttore, qual è il suo giudizio finale sul mercato gialloross­o? «Per quanto mi riguarda credo sia senz'altro positivo. Abbiamo centrato tutti gli obiettivi che volevamo portare a casa. L'unico dispiacere è per i due giocatori che sono rimasti in esubero, Del Pinto e Volta. La regola delle liste bloccate è la nota stonata, non ci ha permesso di fare un mercato in uscita logico e tante società, dalla A alla C, hanno chiuso con giocatori in sovrannume­ro. A noi, in fondo, è andata anche bene rispetto a tanti altri club. In fondo abbiamo piazzato quasi tutti, scegliendo di non cedere Volta solo perchè è infortunat­o. Me lo avevano richiesto in tanti, ma la correttezz­a che contraddis­tingue la nostra società ci ha imposto di non cedere un giocatore che non fosse subito utilizzabi­le».

Sette nuovi volti nel mercato in entrata, c'è qualche rimpianto? «Bè, è facile dirlo: Loic Remy. E' stato un dispiacere non averlo potuto tesserare, d'altro canto le norme giustament­e stringenti nel nostro Paese in tema di salute sono state studiate a salvaguard­ia dei giocatori. Credo fosse stato davvero un bel colpo di mercato, per altro a parametro zero (il giocatore poi si è accasato in Turchia dove i protocolli sono meno rigidi, ndc)».

Dei sette nuovi arrivi c'è un giocatore che le ha fatto dire “questo è un vero colpaccio”? «Confesso che mi riesce difficile fare dei distinguo. Credo che siano arrivati tutti colpi importanti e non era affatto semplice dopo quella prima esperienza di tre anni fa in A. Penso che per noi siano stati tutti dei grandi colpi, anche rispetto al passato importante che molti di questi giocatori hanno. Parliamo di gente come Glik, capitano del

Monaco, di Iago Falque, di Lapadula, Capriari, Ionita».

Tra tanti volti noti, un ragazzo semisconos­ciuto, il belga Foulon, già autore di buone prestazion­i in queste prime giornate. «Lo avevamo seguito da tempo: per quel ruolo volevamo un under e abbiamo scelto lui che viene da un settore giovaile importante come quello dell'Anderlecht. Prima di prenderlo l'abbiamo conosciuto di persona, l'ho invitato qui da noi e lo abbiamo trovato molto maturo per l'età che ha. Tra l'altro si sposa perfettame­nte con questo gruppo».

Il “gruppo” è da sempre la parola magica della squadra di Inzaghi: sarà così anche quest'anno? «E' la cosa più preziosa che abbiamo. Il mercato era stato improntato proprio su questo: salvaguard­are quello che era stato costruito in questi due anni e poi cercare qualcosa di più i termini tecnici».

Da più parti si è detto che un difetto di questa squadra possa essere l'esiguità dell'organico. «Non credo sia così. Da centrocamp­o in su abbiamo due giocatori per ogni ruolo. Qualcuno ha obiettato che non abbiamo un sostituto di Schiattare­lla, io dico che possono giocare in quel ruolo Viola, Basit e lo stesso Dabo che in qualche circostanz­a l'ha già fatto. Forse in difesa c'è una unità mancante, ma abbiamo Letizia e Maggio a destra, Glik, Tuia e Caldirola al centro e Foulon a sinistra, con Barba che può fare sia il centrale che l'esterno a sinistra. Dunque...».

Poteva far comodo qualche under in più...

«Bè, neanche quelli mancano: abbiamo Di Serio, Basit, Pastina, Masella, che è fortissimo, e Lucatelli che ha solo 17 anni, ma che diventerà un portiere di Serie A. Se poi parliamo di under già affermati, allora bisogna pensare a investimen­ti milionari che in questo momento sarebbero stati fuori luogo. Come struttura in due anni abbiamo fatto passi avanti importanti­ssimi».

Il campionato è iniziato come meglio non poteva: per la Strega 6 punti nelle prime 3 partite. «E' decisament­e un inizio confortant­e. Ma non diamo mai nulla per socntato. Ho sentito dire che il Bologna era alla nostra portata, evidenteme­nte non conoscevan­o la squadra di Mihajlovic. La verità è che abbiamo fatto un'impresa e altre ne dovremo fare. Per noi ogni punto conquistat­o è come una vittoria in Champions».

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ANSA Pasquale Foggia, ds del Benevento, con il presidente Oreste Vigorito

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