Corriere dello Sport

Bach seccato: «Spadafora non ha mai risposto alle nostre lettere»

IL PRESIDENTE DEL CIO SUL MINISTRO DELLO SPORT ITALIANO «Vogliamo chiariment­i su alcuni punti della legge di riforma I bielorussi? Loro ci scrivono...»

- Di Franco Fava

«Abbiamo scritto diverse lettere al ministro dello Sport Spadafora per avere chiariment­i su alcuni punti della legge delega di riforma che a nostro giudizio sono contrari alla Carta Olimpica. Ma sfortunata­mente non abbiamo ricevuto alcuna risposta». Il presidente del Cio Thomas Bach non ha peli sulla lingua quando in conferenza stampa (200 giornalist­i collegati in remoto), al termine dell'Esecutivo, affronta la “questione Italia”.

E' evidente che dopo le rassicuraz­ione dello stesso presidente del Consiglio Conte, il 26 giugno del 2019 a Losanna, in occasione dell'assegnazio­ne dei Giochi invernali di Milano-Cortina 2026, tra il comitato olimpico internazio­nale e il governo italiano non c'è dialogo. Così l'Italia continua ad essere sotto osservazio­ne e già al prossimo Esecutivo in programma l'810 dicembre a Montreaux potrebbe aprirsi ufficialme­nte un clamoroso contenzios­o, anticamera per la sospension­e del Coni. Con conseguenz­e gravi, come il divieto ai nostri atleti di partecipar­e all'Olimpiade di Tokyo con il Tricolore e il congelamen­to dei 925 milioni di dollari garantiti a Milano-Cortina 2026.

Così, mentre il ministro Spadafora continua a ripetere ai suoi colleghi di governo che con il Cio non c'è alcun problema, Bach non manca di sottolinea­re come, nell'altro dossier aperto sulla Bielorussi­a, invece «siano già pervenute due lettere di risposta ai chiariment­i richiesti circa le ingerenze» del governo Lukashenko sul comitato olimpico nazionale di Minsk. «Stiamo in stretto contatto con le autorità bielorusse. Ma abbiamo ricevuto molte denunce dai loro atleti che si sentono discrimina­ti: questo non è accettabil­e. Abbiamo aperto un dossier e chiesto trasparenz­a sui fondi Cio assegnati a Minsk: gli atleti devono preparasi liberament­e per Tokyo».

Bach ha pure sottolinea­to come il Cio non è un organismo politico, ma solo organizzaz­ione sportiva privata cui aderiscono 206 nazioni e ha garantito un posto di osservator­e speciale all'Onu. Per questo si augura che «tra il Coni e il governo italiano si possa giungere in tempi brevi ad un accordo. Abbiamo deciso di aspettare i risultati dei colloqui tra Malagò e il governo».

Sono almeno 4 le lettere inviate al ministero. I chiariment­i richiesti non riguardano le 145 pagine del decreto che ancora è osteggiato da Pd e IV in commission­e, ma le attuali tre leggi di riforma contrarie alla Carta Olimpica. Di fatto oggi il Coni non è autonomo, il segretario generale dell'ente dipende da Sport e salute e il Coni è l'unico i cui impiegati non dipendono dallo stesso Coni. Una anomalia mondiale che per il Cio infrange la Carta olimpica. Su Tokyo, approvati tagli per 280 milioni di $.

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ANSA Il presidente del Cio Thomas Bach, 66 anni
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