Corriere dello Sport

I FRIEDKIN FANNO DA SOLI

Il casting per il ds prosegue. Intanto si avvicina il delisting. E Vitek compra Tor di Valle Dallo stadio all’organigram­ma: i nuovi padroni della Roma non delegano nulla, decidono direttamen­te

- Di Roberto Maida

Contatti, telefonate, viaggi. Tutto in prima persona. Dallo stadio al direttore sportivo, passando per il futuro dell’allenatore, i Friedkin stanno avocando a sé i compiti strategici, senza per questo delegittim­are il lavoro dei manager che si stanno affannando per rattoppare le perdite record registrate nell’ultimo bilancio (-204 milioni). Dopo aver studiato con calma il dossier Roma, hanno chiesto consigli a molti personaggi del mondo del calcio che a loro volta li hanno condotti verso diverse figure importanti: tra questi Andrea Berta, direttore dell’Atletico Madrid, che ha cortesemen­te declinato l’invito a Roma.

MANOVRE. Ma il ds probabilme­nte arriverà lo stesso dall’estero. E c’è chi associa il recente blitz del capo a Montecarlo per un rapido incontro con Luis Campos, il guru portoghese che oggi ha un incarico di consulenza per il Lilla e che la Roma di Pallotta aveva già cercato tramite Franco Baldini prima di virare su Petrachi. Campos è un dirigente molto stimato ma si porta dietro un inconvenie­nte: non ama spostarsi dal Principato. La Roma invece vorrebbe un uomo di calcio che prendesse possesso di un ufficio a Trigoria, in modo da monitorare quotidiana­mente le attività della squadra. Non solo un uomo mercato, quindi.

GERMANIA. L’altro dirigente che i Friedkin hanno incontrato, il mese scorso a Londra su consiglio degli alti vertici del Milan, è Ralf Rangnick, che alla Roma verrebbe di corsa dopo aver rifiutato di tornare in panchina come allenatore dello Schalke. Il problema tuttavia qui è proprio tecnico: Rangnick è un “trainager”, vuole un potere assoluto nell’area sportiva, ivi compresa la possibilit­à di allenare o comunque di lavorare con un allenatore che sia una sua emanazione. Per questo aveva accettato l’offerta del Milan, per questo è rimasto a spasso quando il Milan ha confermato Pioli.

INGHILTERR­A. Sul suolo inglese poi intriga lo spagnolo Victor Orta, ex allievo di Monchi, ora protagonis­ta del rilancio del Leeds in Premier League con Bielsa allenatore. Ma esiste anche un outsider segnalato in forte ripresa: il nigeriano Michael Emenalo, 55 anni, già direttore del Chelsea dopo un lungo passato da scout, ora libero di accasarsi dove vuole. Per un breve periodo è stato vice di Carlo Ancelotti in panchina. A Londra lo portò Avram Grant, che lo aveva conosciuto come giocatore al Maccabi Tel Aviv. E’ stato sondato anche dal Milan ed è un profilo che piace ai Friedkin.

RIVERBERO. Naturalmen­te al prescelto, che potrebbe essere affiancato da un manager con compiti istituzion­ali (un tipo alla Gandini, per intendersi), spetterà poi la decisione sull’allenatore. Al momento Fonseca non rischia l’esonero. Ma è evidente che i Friedkin vogliano capire se e come si possa migliorare la Roma, in ogni comparto dell’azienda. Si è parlato tanto di Allegri e di Sarri, due nomi che in effetti godono di ottime referenze in seno alla famiglia Friedkin, ma a oggi vanno prese per buone le parole di Fienga, pronunciat­e alla vigilia di Roma-Juventus: «L’allenatore non è un tema in discussion­e, con Fonseca c’è un progetto». Da allora, la Roma ha conquistat­o 4 punti in 2 partite. E potevano essere 6.

LO STADIO. Ma il percorso di crescita del club si basa anche sulle infrastrut­ture: e così i Friedkin attendono con interesse l’accordo tra il ceco Vitek e Unicredit per l’acquisto dei terreni di Tor di Valle. Nelle prossime ore dovrebbe essere siglata l’intesa. Poi i Friedkin tratterann­o i terreni stessi con il nuovo soggetto in ballo. Capitolo Borsa: in un comunicato la Roma ha annunciato il probabile delisting, cioè l’uscita da Piazza Affari. Se ne saprà di più dopo la chiusura dell’Opa, il 29 ottobre.

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GETTY IMAGES Kolarov, ora all’Inter

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